venerdì 19 febbraio 2016

Veronesi: "L'utero in affitto è un gesto nobile, è una donazione"

"Sono a favore della maternità surrogata perché è una forma di donazione: una donna dona a una persona che può essere una sorella, una cugina o un'amica" o una perfetta sconosciuta "una maternità che quella
non può avere". E' la posizione espressa all'AdnKronos Salute dall'oncologo Umberto Veronesi, oggi a Milano a margine della presentazione del primo numero della rivista 'The Future of Science and Ethics' edita dalla Fondazione che porta il suo nome. Il professore interviene su uno dei 'temi caldi' di queste settimane. Mentre il Parlamento discute di unioni civili e stepchild adoption, infatti, nel Paese il dibattito è aperto anche sull'utero in affitto.
Anche se il ddl Cirinnà non riguarda questo tema, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha recentemente preso posizione in merito, firmando la Carta di Parigi, un documento proposto dalle femministe francesi per dire 'no' a questa tecnica, che prevede che una donna metta a disposizione il proprio utero portando avanti una gravidanza per conto di altri. "La scienza prepara il terreno, rende le cose possibili - sottolinea Veronesi - La maternità surrogata oggi è possibile. Sta poi all'interpretazione morale di una società accettarla, regolamentarla o rifiutarla".
"L'uomo può donare un proprio organo, un rene, una parte del fegato, il sangue, i gameti, le cellule midollari - ricorda Veronesi - Quindi penso che la maternità surrogata sia una cosa nobile, anche perché mettere al mondo una persona nuova è sempre un evento positivo. Se pensiamo che nascere è meglio che non nascere - non siamo sicuri che sia così, ma è plausibile - allora questa donna fa nascere un bambino che non sarebbe mai nato", conclude il professore.

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