giovedì 2 marzo 2017

MUSICA - Lou Reed: avrebbe oggi 75 anni

La parabola di Lou Reed si differenzia in modo sostanziale da quella di altre rock star per la sua capacità di aderire completamente ai canoni di eccesso, ribellione e disfacimento tipici di questa esperienza artistica, rendendoli però totalmente integrati e funzionali alla propria arte. Laddove il processo di
autodistruzione viene agito in prima persona da molti esponenti del genere, che finiscono per morire giovani (Jimy HendrixJim MorrisonJanis Joplin) o distruggere la propria psiche (Syd Barrett), Lou Reed percorre tutti questi luoghi comuni del rock riuscendo a trasfigurarli in materia musicale e letteraria, in un costante e incredibile equilibrio sull’orlo del baratro: “il rock’n’roll era l’unica cosa; la promessa di un mondo che sentivo essere mio, l’unico possibile per me, qualunque esso fosse”.
Vogliamo raccontarvi Lou Reed attraverso cinque brani che, lungi dal fornire una panoramica esaustiva su una figura così complessa e poliedrica, suggeriscano quale fosse l’indole artistica del rocker newyorkese.
Cresciuto nel Long Island in un contesto medio borghese (proviene da una famiglia di origine ebraica) Lou Reed si dimostra precocemente refrattario alle regole costituite e insofferente rispetto a qualsiasi tipo di autorità. A causa di una spiccata tendenza alla bisessualità, che non cerca minimamente di nascondere, va incontro alla mentalità puritana degli anni sessanta, che vede l’omosessualità come una malattia da curare. I suoi genitori, e la loro rigida contrapposizione alle intemperanze, incarnano il primo baluardo da superare per arrivare a un’agognata libertà; tanto più che sono loro ad autorizzare un trattamento di elettrochoc che condiziona per sempre la psiche di Lou Reed. Dentro questa Kill your sons sono condensate in musica e versi tutte le esperienze traumatiche che lo hanno formato.

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