C’era una volta un team di supereroi
Questi difensori dell’umanità avevano salvato New York da un attacco alieno e impedito a un androide senziente di distruggere il pianeta. Gli effetti collaterali avevano
però generato dissapori interni tra i membri che si erano divisi in due fazioni, per darsi battaglia tra loro all’aeroporto di Lipsia. E per poco Stark e Rogers non si ammazzavano a vicenda.Questi difensori dell’umanità avevano salvato New York da un attacco alieno e impedito a un androide senziente di distruggere il pianeta. Gli effetti collaterali avevano
Con questo stato di salute di un team che non c’è più, quale percentuale di vittoria potrà esserci di fronte alla peggiore minaccia che l’umanità e l’universo abbiano mai conosciuto? Una percentuale bassa, molto più bassa di quanto pensiate.
L’universo è in via di esaurimento
Altri mondi, altre specie, altre colonie abitano pianeti distanti dal nostro. L’universo è infinito, ma le sue risorse non lo sono e prima o poi andranno in via di esaurimento. Così dice Thanos il quale, per quanto riguarda il dilemma della sovrappopolazione, avrebbe un’idea efficace.
Quando il Dr. Strange gli fa notare che procedere a colpi di genocidio non è moralmente etico, lui non si scosta di un millimetro dalla sua filosofia. Thanosopera nel giusto, è l’unico a prendere seriamente atto della faccenda e ad intervenire con drastici e necessari metodi.
Altri mondi, altre specie, altre colonie abitano pianeti distanti dal nostro. L’universo è infinito, ma le sue risorse non lo sono e prima o poi andranno in via di esaurimento. Così dice Thanos il quale, per quanto riguarda il dilemma della sovrappopolazione, avrebbe un’idea efficace.
Quando il Dr. Strange gli fa notare che procedere a colpi di genocidio non è moralmente etico, lui non si scosta di un millimetro dalla sua filosofia. Thanosopera nel giusto, è l’unico a prendere seriamente atto della faccenda e ad intervenire con drastici e necessari metodi.
Dove sono gli Avengers?
Si sono sciolti, come una band. I superpoteri li hanno uniti, i difetti umani li hanno separati. È troppo tardi per ricucire gli strappi, il nemico e i suoi sudditi hanno già un piede sulla Terra. Il mancato gioco di squadra è allo stesso tempo un assist per gli sceneggiatori, caldeggiati nel creare scintille tra personaggi che non si erano mai incontrati. Guadagniamo così sagaci scambi tra quei due egomaniaci di Stark e Strange costretti a collaborare e tra due bellimbusti come Star-Lord e Thor al test di virilità. Chi non si è sciolto invece ottiene maggiore presenza scenica, cosa che accade ai Guardiani della Galassia.
Che fine ha fatto il Cap? Sempre in autoesilio con Vedova e Falcon a dar man forte dove serve, per esempio a Wakanda o in Scozia dove Scarlet Witch e Visione cercano invano un po’ di privacy. La privacy è anche la priorità numero uno di Hulk, nonostante Bruce Banner sia contrario. Sembra una contraddizione, eppure non lo è.
Si sono sciolti, come una band. I superpoteri li hanno uniti, i difetti umani li hanno separati. È troppo tardi per ricucire gli strappi, il nemico e i suoi sudditi hanno già un piede sulla Terra. Il mancato gioco di squadra è allo stesso tempo un assist per gli sceneggiatori, caldeggiati nel creare scintille tra personaggi che non si erano mai incontrati. Guadagniamo così sagaci scambi tra quei due egomaniaci di Stark e Strange costretti a collaborare e tra due bellimbusti come Star-Lord e Thor al test di virilità. Chi non si è sciolto invece ottiene maggiore presenza scenica, cosa che accade ai Guardiani della Galassia.
Che fine ha fatto il Cap? Sempre in autoesilio con Vedova e Falcon a dar man forte dove serve, per esempio a Wakanda o in Scozia dove Scarlet Witch e Visione cercano invano un po’ di privacy. La privacy è anche la priorità numero uno di Hulk, nonostante Bruce Banner sia contrario. Sembra una contraddizione, eppure non lo è.
L’onnipotente e onniscente Thanos
Avete fede? Buon per voi, dovrete soltanto convertirvi. Non avete fede? Sarete illuminati. C’è un nuovo Dio nell’universo e il suo nome è Thanos, il più titanico, il più temuto, il più malvagio essere mai esistito. Per raggiungere l’onnipotenza e l’onniscienza e decidere in piena autarchia, con uno schiocco di dita, il destino del cosmo intero, deve trovare le sei Gemme dell’Infinito e incastonarle in quel poderoso guanto che indossa alla mano sinistra.
Thanos, che finora avevamo intravisto nelle sequenze dei titoli di coda, è vero il protagonista di Avengers: Infinity War. Lo spostamento dell’asse del punto di vista è la mossa dei creativi della Marvel che rende il film diverso sul piano narrativo, rispetto a tutti i precedenti. Il viaggio itinerante che compie per recuperare le Gemme è inaspettatamente anche un percorso introspettivo, rivela una personalità contorta e distorta, affascinante perché non sembra infallibile e cova un sentimento che potrebbe un giorno essergli fatale.
Avete fede? Buon per voi, dovrete soltanto convertirvi. Non avete fede? Sarete illuminati. C’è un nuovo Dio nell’universo e il suo nome è Thanos, il più titanico, il più temuto, il più malvagio essere mai esistito. Per raggiungere l’onnipotenza e l’onniscienza e decidere in piena autarchia, con uno schiocco di dita, il destino del cosmo intero, deve trovare le sei Gemme dell’Infinito e incastonarle in quel poderoso guanto che indossa alla mano sinistra.
Thanos, che finora avevamo intravisto nelle sequenze dei titoli di coda, è vero il protagonista di Avengers: Infinity War. Lo spostamento dell’asse del punto di vista è la mossa dei creativi della Marvel che rende il film diverso sul piano narrativo, rispetto a tutti i precedenti. Il viaggio itinerante che compie per recuperare le Gemme è inaspettatamente anche un percorso introspettivo, rivela una personalità contorta e distorta, affascinante perché non sembra infallibile e cova un sentimento che potrebbe un giorno essergli fatale.
#TeamMarvel
In Avengers: Infinity War ci sono diciannove personaggi protagonisti, più un albero adolescente e un procione. Sono lontani i tempi in cui ci si chiedeva come avrebbe fatto Joss Whedon a gestire sei supereroi in quell’ormai filmetto che è The Avengers. La cosa più stupefacente della Marvel, in dieci anni e diciannove film prodotti, è il lavoro di squadra che anche in Infinity War porta i suoi frutti. È intrattenimento cinematografico al suo massimo in cui convergono gli interessi commerciali di quello che è un brand riconosciuto a livello mondiale e il talento artistico di chi sta davanti e dietro lo schermo. Pur rispondendo alla supervisione del supremo Kevin Feige, pur essendo solo un pezzo di un grande mosaico, ogni film ha un’identità a sé e qui, nel film di Joe e Anthony Russo, le vediamo quasi tutte aggrapparsi l’una all’altra, tra le sempre spettacolari battaglie terrestri o extra-terrestri e la leggerezza di spirito che smussa gli spigoli drammatici.
Il grande senso di appagamento però risiede nell’azzardo che la Marvel si gioca con il finale del film perché, se arriva a osare tanto, gli assi nella manica per il sequel di Infinity War saranno ancora più sorprendenti. Ci sarebbe da scommettere che la manica è quella del Dr. Strange.
In Avengers: Infinity War ci sono diciannove personaggi protagonisti, più un albero adolescente e un procione. Sono lontani i tempi in cui ci si chiedeva come avrebbe fatto Joss Whedon a gestire sei supereroi in quell’ormai filmetto che è The Avengers. La cosa più stupefacente della Marvel, in dieci anni e diciannove film prodotti, è il lavoro di squadra che anche in Infinity War porta i suoi frutti. È intrattenimento cinematografico al suo massimo in cui convergono gli interessi commerciali di quello che è un brand riconosciuto a livello mondiale e il talento artistico di chi sta davanti e dietro lo schermo. Pur rispondendo alla supervisione del supremo Kevin Feige, pur essendo solo un pezzo di un grande mosaico, ogni film ha un’identità a sé e qui, nel film di Joe e Anthony Russo, le vediamo quasi tutte aggrapparsi l’una all’altra, tra le sempre spettacolari battaglie terrestri o extra-terrestri e la leggerezza di spirito che smussa gli spigoli drammatici.
Il grande senso di appagamento però risiede nell’azzardo che la Marvel si gioca con il finale del film perché, se arriva a osare tanto, gli assi nella manica per il sequel di Infinity War saranno ancora più sorprendenti. Ci sarebbe da scommettere che la manica è quella del Dr. Strange.
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