Ogni giorno sul nostro pianeta si scatenano in media 760 temporali, ognuno dei quali può produrre centinaia di fulmini: ogni secondo un gran numero di formidabili scariche elettriche colpisce la superficie terrestre.
L'astronauta Andreas Mogensen nel 2015 era sulla Iss, la Stazione spaziale internazionale, quando, puntando una telecamera ad alta risoluzione verso un gigantesco temporale proprio sotto la stazione orbitante, catturò uno sprite di colore blu che ripetutamente sparava verso lo spazio esterno fino a raggiungere i 40 chilometri di quota (la Iss orbita a 380-400 chilometri di quota.
Lo spettacolare filmato che ne ottenne fu il primo del suo genere per qualità e proprio grazie a esso si sono capiti alcuni dei meccanismi degli sprite. È anche servito a ispirare il team di ricercatori che ha progettato e costruito uno strumento ad hoc per studiare i fulmini dalla Iss, ASIM (Atmosphere-Space Interactions Monitor), che lunedì 2 aprile partirà da Cape Canaveral alla volta della Iss a bordo di una navetta SpaceX Dragon.
L'ASIM consiste in un insieme di fotocamere ottiche, misuratori di luce e un rivelatore di raggi X e gamma. È la prima volta che uno strumento così sensibile alla luce e a varie radiazioni emesse dagli sprite volerà nello spazio per osservare e studiare l’anatomia di questo tipo di fulmini.
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