Se avessimo la possibilità di osservare in diretta un cervello in risonanza magnetica (MRI), vedremmo lente onde di attività elettrica che lo attraversano ritmicamente ogni
qualche secondo, come in una sorta di "battito cardiaco".
Questo sussurro costante, che c'è anche quando non siamo espressamente impegnati in alcuna attività, era già noto, ma per diversi motivi mai studiato: addirittura, per alcuni si trattava del rumore di fondo delle stesse tecniche di imaging cerebrale. Ora uno studio pubblicato su Neuron sembra dimostrare che questo regolare mormorio è proprio del funzionamento del cervello e che potrebbe avere un ruolo sia nel coordinare la complessa attività cerebrale sia nella coscienza.
COME IN UNA "OLA". Un gruppo di neuroscienziati della Scuola di Medicina della Washington University di St. Louis (Missouri) ha studiato il misterioso ronzio misurando l'attività elettrica cerebrale nei topi con due diversi approcci. Con il primo ha studiato l'attività elettrica a livello cellulare, con il secondo l'ha analizzata strato per strato, sulla superficie esterna del cervello.
Dal confronto tra le due tecniche è emerso che il segnale non è rumore: onde elettriche lente e costanti sono state registrate in entrambe le situazioni. Queste sembrano sorgere spontaneamente negli strati più profondi del cervello dei topi, per poi diffondersi lungo percorsi che sarebbero anche prevedibili e, a mano a mano che attraversano le varie aree cerebrali, ne aumentano l'attività elettrica.
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