martedì 29 maggio 2018

Golden Record: che impressione farà agli alieni?

Ai dischi d'oro sistemati all'interno delle sonde Voyager abbiamo affidato l'arduo compito di tracciare un ritratto sintetico della civiltà umana. I supporti progettati da un comitato
scientifico diretto dall'astronomo co-fondatore del SETI Carl Sagan e lanciati nello Spazio dalla Nasa nel 1977, contengono 115 immagini che mostrano le più significative esperienze di vita umane e descrivono il nostro Pianeta e il Sistema Solare; una collezione di suoni naturali, come il rumore del vento e dei tuoni o i versi delle balene; una selezione di 90 brani musicali di ogni epoca e cultura, più una serie di saluti cordiali e amichevoli in 55 lingue diverse.

C'è quanto basta per dipingerci come una specie pacifica, evoluta e ricca di cultura: tuttavia, esiste il rischio concreto che questo messaggio venga travisato. Il potenziale "al contrario" dei Golden Records è stato sottolineato da due ricercatrici nel corso del meeting annuale della National Space Society, svoltosi di recente a Los Angeles.

Per Rebecca Orchard e Sheri Wells-Jensen, della Bowling Green State University (Ohio), se una delle due sonde, con il relativo disco, finisse nelle mani di specie con capacità sensoriali diverse dalle nostre (per esempio con un senso in meno, o con organi percettivi a noi sconosciuti), il rischio di equivocare il contenuto del messaggiosarebbe dietro l'angolo.

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