martedì 19 giugno 2018

Chi sono i Rom? Da dove arrivano?

Si torna a parlare di censimento dei Rom: a farsi portavoce del bisogno di un censimento (o monitoraggio) è l'attuale vice presidente del Consiglio e
Ministro dell'Interno, Matteo Salvini. "Si torna a parlare" perché l'idea sembra proprio non essere né di destra, né di Lega, né di sinistra, ma, anzi, è ed è stata stata un po' di tutti: l'ultima volta nel 2012, a Milano, con una giunta di sinistra e un programma articolato, nelle intenzioni teso a garantire i diritti, in particolare, dei bambini. Nel 2012 il tutto finì con qualche centinaio di controlli e poco più.

Chi sono i Rom e gli altri? Da dove arrivano? Per saperne di più e aprire uno spazio di discussione (per tutti) riproponiamo una serie di approfondimenti e inchieste di Focus, iniziando da questo articolo di Franco Capone, antropologo, fino a poco tempo fa giornalista di Focus.



Preferiscono essere chiamati Rom, che nella loro lingua, il romanes, significa “uomo”. E definiscono gagè, “gli altri”, il resto del mondo, cioè i non Rom. Il gagio (singolare di gagè) è per loro un credulone, superstizioso, troppo attaccato alle cose, talvolta violento. I gagè, dal canto loro, li chiamano zingari e pensano che siano trasandati, infidi, ladri, senza cultura. Ma generalizzare è sbagliato: nell’Est europeo, e in molti casi anche in Italia, i Rom vivono in normali case, lavorano, studiano e la convivenza coi gagè è tranquilla. 

I Rom bosniaci chiamano l’Italia “il Paese dei campi”, intendendo i campi nomadi, recintati. Da noi fanno spesso la questua, a volte furti. Le baracche fatiscenti prendono fuoco. Politici e cittadini fanno manifestazioni. I sindaci sono preoccupati. Ma se si legge il libro dell’antropologo culturale Leonardo Piasere I Rom d’Europa (ed. Laterza) la prospettiva cambia. «Quando arrivano in Italia dai Paesi dell’Est, i Rom vengono “zingarizzati”, cioè messi a vivere nei campi secondo lo stereotipo dei nomadi sporchi con il carrozzone» spiega Piasere, che insegna all’Università di Firenze. Un modo antiquato di affrontare il problema.

LA LORO STORIA: VENUTI DALL’INDO. Ma i Rom sono sempre stati nomadi? È vero che non hanno cultura? Perché sono visti come accattoni? Chi sono? 

I 7 milioni di Rom che vivono in Europa discendono da una popolazione che parlava una forma volgare di sanscrito, il praclito. Nel 1000 d. C. circa, lasciò il delta dell’Indo, fra l’India e il Pakistan. Vi erano esperti nella lavorazione dei metalli, chiamati athinganoi, da qui “zingari”. In 4 secoli i Rom si insediarono in molti Paesi europei, a partire dai Balcani. «Già da allora» spiega Piasere «i Rom non si comportavano tutti allo stesso modo, cambiavano economia e ritmi di vita secondo le opportunità offerte dai Paesi ospitanti». 

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