Le dolomiti e la loro storia
I massicci dolomitici sono stati approfonditamente perlustrati alla fine del 1800 (esattamente nel 1789) dall’esploratore francese Déodat de Dolomieu. L’alpinista transalpino si rese immediatamente conto del fatto che i massicci che stava “mappando” per la prima volta rappresentavano un’eccezione
sull’intero arco alpino. Le montagne riproducevano infatti alla perfezione la storia evolutiva della crosta terrestre, con prospezioni geologiche ben determinate, che differenziavano in maniera marcata le varie ere evolutive della terra del passato. De Dolomieu esplorò in maniera approfondita i passi alpini, e in suo onore a quei monti fu assegnato il nome di Dolomiti. Esse ricadono geograficamente nei territori delle province di Belluno, Trento, Bolzano, Udine e Pordenone, e si estendono per oltre 142.000 ettari in 3 regioni diverse. La loro creazione è fatta risalire ad oltre 250 milioni di anni fa, a seguito dello scontro tra la placca geologica europea e quella africana. I monti universalmente riconosciuti per la loro bellezza si estendono fin oltre 3000 metri sul livello del mare, e rappresentano storicamente, culturalmente e geograficamente il confine tra l’Italia e la vicina Austra. Le Dolomiti oggi sono conosciute con l’appellativo di Monti pallidi, essi sono parte integrante delle Alpi orientali italiane, vivono di turismo in tutti i periodi dell’anno e nel periodo invernale sono ambite mete sciistiche nelle sue località più rinomate (Cortina D’ampezzo, San Martino di Castrozza, Auronzo di Cadore).
Le Dolomiti nella prima guerra mondiale
Per la loro posizione geografica i passi dolomitici nel passato sono stati teatro di sanguinose battaglie, soprattutto durante la Grande guerra. Quasi tutte le cime che fanno parte della catena delle Dolomiti videro i fanti italiani fronteggiare l’invasore austriaco, in più fasi della guerra. I nomi delle battaglie storiche nella zona (ad esempio quella delle tre cime di Lavaredo, quella di Montecroce, quella di Monte piana) entrarono nella storia non solo per la loro importanza ma per il sanguinoso tributo di sangue versato. Le maggiori vette dolomitiche videro giorni atroci, giorni in cui migliaia di giovani italiani furono sacrificati per la conquista di un passo montuoso o di un piccolo rilievo. Nell’immaginario collettivo del passato, le cime dolomitiche rappresentarono l’estremo baluardo contrapposto agli invasori austro ungarici e, nel ricordo degli uomini periti, oggi quegli stessi monti rivestono un’importante memoria storico-culturale, con la presenza di svariati musei.
Le vette dolomitiche
Alcune delle vette del massiccio delle Dolomiti sono conosciute in tutto il mondo, per la loro bellezza e per la loro maestosità. Gli appassionati di montagna di tutto il mondo, hanno ben presente il massiccio della Marmolada (che con la sua Punta Penia è il punto più alto dell’intera zona innalzandosi ad oltre 3.300 mt), la cima Brenta, le tre cime di Laveredo. Esse fanno da cornice a molte cime meno conosciute, ma allo stesso modo bellissime, cime che attirano alpinisti in ogni periodo dell’anno e che portano in dono agli appassionati escursioni di una bellezza unica, che forniscono sensazioni bellissime, difficilmente riscontrabili nell’intero arco alpino.
Il ghiacciaio della Marmolada
La Marmolada deve il suo nome allo scintillante splendore con cui il suo ghiacciaio si vede dall’orizzonte. Il ghiacciaio è delimitato nella sua parte superiore dalle vette di Punta Penia e Punta Rocca. Esso si estende per quasi 200 ettari nel presente, ma nel passato la sua estensione raggiungeva quasi il doppio. Il ghiacciaio, che è uno dei più grandi dell’intero arco alpino, è alimentato in maniera diretta, essendo un ghiacciaio vivo e la sua grande estensione permette l’effettuazione di parecchi sport invernali ed estivi (ad esempio lo sci estivo). Nella prima guerra mondiale è stato teatro di furiose battaglie, in quanto l’esercito degli imperi centrali aveva costruito un importante complesso di accasermamento (con gallerie, dormitori, ospedali da campo). Ai giorni d’oggi, il ghiacciaio può essere visitato in sicurezza grazie alla presenza in ogni periodo dell’anno di guide specializzate. Sul ghiacciaio della Marmolada è presente il museo più alto d’Europa: il museo della Marmolada, ubicato a 2.950 metri sul livello del mare).
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