lunedì 16 maggio 2016

Quando sei in crisi, contempla e non cercare soluzioni

Ci sono momenti nella vita in cui ci pare d’essere di fronte a un muro. Capita soprattutto nei rapporti e nelle relazioni importanti: un dissidio, un ostacolo, un cambiamento troppo repentino o troppo lento in chi ci sta di fronte. Pensiamo di risolverlo “nel solito modo” (c’è
chi interviene di forza, chi finge di non vedere, chi chiede consiglio, chi si affida al buon senso e chi prova queste alternative una dopo l’altra), ma pian piano il problema si amplia diventando una palude in cui tutta la vita si impantana: più ci agitiamo e ci diamo da fare, vagliando e provando soluzioni, più affondiamo nelle sabbie mobili. Perché accade tutto questo? Perché abbiamo lo sguardo puntato solo sul bersaglio (la soluzione del problema) e così perdiamo di vita il panorama, ovvero il contesto nel quale il problema si è formato. Quindi, quello che dobbiamo fare per uscire dall’impasse che in fondo abbiamo creato noi stessi è proprio distogliere quello sguardo e smettere di cercare di risolvere le cose a tutti i costi seguendo i soliti collaudati e fallimentari schemi. Le vere soluzioni - col partner, gli amici, i figli, i genitori, i colleghi di lavoro - si trovano solo cambiando punto di vista, il solo modo di riattivare le risorse creative del cervello.

Non agire in automatico e troverai le risposte

Abbiamo già sottolineato che, quando ci diamo da fare per sistemare una relazione problematica (con il partner, con un figlio o un genitore...) di solito inneschiamo senza rendercene conto una serie di comportamenti standard. Questo significa che noi siamo davvero noi stessi; al contrario, recitiamo un copione. Tipicamente prima subiamo l’affronto, poi ci arrabbiamo, magari passiamo al ricatto affettivo facendo il muso, o tentiamo di convincere l’altro discutendo, finché, esasperati, passiamo all’esame critico di noi stessi e ci colpevolizziamo: dove abbiamo sbagliato? O, se siamo convinti di non farcela da soli, andiamo a chiedere pareri a destra e sinistra, vanamente. Sono passaggi classici e in genere non portano a niente. Usare bene il cervello significa fare esattamente il contrario: rompere gli automatismi mentali e lasciare spazio a iniziative del tutto inedite. Quali? Non si possono prevedere o prescrivere, occorre trovare le proprie, di volta in volta. Quello che si può fare per facilitarsi il compito è imparare, con un esercizio come quello che proponiamo sotto, a distrarre il cervello: questo gli consente di evitare meglio le risposte automatiche, aprendo la strada a soluzioni più funzionali.
Le regole per uscire più forti dalle crisi? Eccole

Solo l’immaginazione conosce soluzioni inaspettate

Ogni volta che stai pensando per l’ennesima volta a cosa fare per risolvere una situazione di conflitto in cui ti senti invischiato, prova a chiudere gli occhi e prendi fiato… Non importa dove ti trovi, non serve appartarsi, basta ricavarsi un momento per sé. Percepisci il buio dentro gli occhi… Focalizzati sulla parte sinistra della tua mente: da quello spazio interiore senti arrivare una profonda tristezza... Ne avverti la presenza: immaginala come una stagione. Quella che senti è la tristezza dell’estate, dell’inverno o dell’autunno? Senti la tua stagione e non dirti nulla, solo: “Nel lato sinistro del mio buio interiore c’è la tristezza…”. Nella parte destra, invece, immagina il tuo problema, il problema che, nonostante gli sforzi, non riesci a risolvere, il problema in tutta la sua presenza… Adesso, nella parte centrale del buio, prova a immaginare te stesso alle prese con un’azione quotidiana: sul lavoro, con i figli, mentre fai la spesa. A sinistra c’è il dolore… a destra c’è il problema… e al centro tu che stai compiendo un’azione… Rimani così per qualche secondo ancora, percependo questo stato interno. Poi apri gli occhi e ritorna alla tua normale attività.

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