sabato 11 giugno 2016

5 STELLE - Lei non sa chi sono io!

E’ bastato qualche anno in politica e anche Roberta Lombardi sembra essere rimasta impigliata in quelle dinamiche da casta che tanto sono criticate da lei e il suo Movimento. Ma come si sa, quando ci sono di mezzo i figli, tutto è concesso, o forse no?
Simone Canettieri racconta sul
Messaggero una storia divertente che riguarda proprio la deputata grillina (e non solo). La Lombardi, nei giorni scorsi, ha inviato al III Municipio di Roma una lettera per avere informazioni su una scuola, e ha usato “tutto il suo potere” affinché ci si muovesse per “riparare l’impianto di riscaldamento, efficientare il sistema di allarme, avviare lo smaltimento di materiali nocivi, denunciare gli atti di vandalismo alla struttura, verificare le iniziative programmate dal municipio in ordine a una struttura di proprietà adiacente alla scuola che allo stato versa in una situazione di estremo abbandono”. Il tutto su carta intestata della Camera. Forse si tratta di “una questione di Stato“, si chiede Canettieri?
Se lo sono chiesti anche i dipendenti del municipio, che subito hanno cercato di verificare il perché di un interesse tanto preciso nei riguardi di quella scuola, tanto da inviare una lettera così dettagliata e formale. In realtà la situazione sembra molto più semplice e “casalinga”.
Di certo una casualità ma,  scrive ancora Canettieri, è subito emerso che “uno dei figli dell’onorevole frequenta la scuola dell’infanzia statale Azzurra. Che si trova, casualmente certo, nell’istituto comprensivo di via Savino 43, oggetto del pressing della parlamentare. Ed è sempre un caso – continuano sul Messaggero – che qui vada a scuola anche la figlia di Marcello De Vito, braccio destro della Lombardi, già candidato sindaco del M5S nel 2013 e questa volta mister preferenze (6.541) delle elezioni comunali. Alla fine i dirigenti amministrativi e didattici del III municipio hanno risposto alla deputata pentastellata spiegandole che la situazione è sostanzialmente sotto controllo”.
Chissà se la risposta li soddisferà oppure dovremo aspettarci qualche altra iniziativa “istituzionale”. Intanto dal Pd arriva il commento su Twitter di Stefano Esposito che pone una legittima domanda

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