mercoledì 31 agosto 2016

Alzheimer: nuove speranze da un anticorpo

Un nuovo farmaco sviluppato contro il morbo di Alzheimer ha dato risultati giudicati interessanti: è riuscito a ridurre l’accumulo delle placche nel cervello, ritenute responsabili della malattia, e a rallentare il declino cognitivo
considerato inesorabile. La sperimentazione è ancora nelle prime fasi e il numero di pazienti su cui la terapia è stata testata è piccolo, ma il risultato viene presentato dalla rivista Naturecon una certa enfasi, un tono inconsueto per la rivista ma comprensibile per un settore in cui finora i fallimenti sono stati assai più numerosi dei successi.

ANTICORPO ANTI-PLACCHE. Il nuovo farmaco si chiamaaducanumab: è un anticorpo monoclonale che ha come bersaglio gli aggregati di proteina beta-amiloide ritenute, nell’ipotesi più accreditata, il principale fattore di innesco dell’Alzheimer. L’anticorpo, sviluppato dalla statunitense Biogen, è da qualche tempo sotto i riflettori come possibile terapia, e un precedente studio clinico aveva già alimentato qualche speranza (vedi Alzheimer: un nuovo farmaco, del 2015). I nuovi risultati sembrano consolidare le aspettative.

LA PROVA SUL CAMPO. Nello studio clinico, 165 pazienti nelle fasi iniziali della malattia, quando il declino cognitivo e la perdita di memoria sono già iniziati ma non sono ancora gravi, sono stati sottoposti a infusioni mensili dell’anticorpo, oppure di un semplice placebo.

A un anno di distanza, il gruppo che ha ricevuto il farmaco ha presentato una marcata riduzione delle placche di beta-amiloide nel cervello, misurate con la Pet, e chi ha ricevuto le dosi più alte ha anche avuto la maggiore diminuzione, come ci si aspetterebbe nel caso di un farmaco che funzioni.

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