sabato 1 ottobre 2016

Perché facciamo schifo?

Il motociclista Valentino Rossi che dà una grattata ai “gioielli di famiglia” durante un giro di ricognizione della pista. L’ex premier britannico Tony Blair che sbadiglia a fauci spalancate in Parlamento. E Hillary Clinton pizzicata con le dita nel naso durante le primarie
per la presidenza degli Usa…
Perché queste attività fisiologiche suscitano tanto clamore e divertimento? Perché ci piace vedere quando i vip vengono pizzicati con le dita nel naso? Perché li rendono più “umani” e vicini a noi.

In un sondaggio su 6 mila persone, il 33% degli intervistati ha confessato di mettersi le dita nel naso almeno 5 volte al giorno; altrettanti hanno ammesso di ruttare rumorosamente in pubblico, senza provare vergogna; e il 29% ha dichiarato di fare peti in luoghi pubblici.

TI INVITO A CASA... SENZA PAROLE. Ma perché tante attività corporee, di per sé naturali (eruttare, fare peti, pulirsi i denti, tagliarsi le unghie, defecare, sputare...), sono considerate repellenti tabù se attuate in pubblico? La domanda non è banale. Anche perché questidivieti non sono condivisi a tutte le latitudini. E molti di questi comportamenti non presentano obiettivamente grandi rischi per la salute.

rutti (eruttazioni, in termini scientifici) sono l’emissione di gas gastrico prodotto dalla fermentazione batterica dei cibi. Dunque, un fenomeno naturale e, di per sé, privo di rischi igienici per un ipotetico vicino. Tanto che nel mondo arabo l’eruttazione è considerata un segno di gradimento del cibo. E nelle Isole Gotriand (oceano Pacifico) non si può entrare in una capanna se non dopo aver udito l’invito del padrone di casa: un... ruttino!
In Occidente, i rutti sono considerati repellenti per motivi culturali: sono associati, spiegano gli antropologi, al vomito, una delle “espulsioni” ritenute più schifose.

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