mercoledì 21 dicembre 2016

Ho tutto: perché sto male?

Ci scrive Lorenzo, lettore di Riza Psicosomatica: “Non capisco... Proprio adesso che ho ottenuto la promozione che sognavo, che ho potuto acquistare la casa che desideravo e mia moglie è incinta, io sto
male. Sono in depressione, apatico, senza voglia di vivere, ma la mia non è stanchezza, infatti di notte non riesco neanche a dormire. Quando c’era il mutuo da pagare, e gli obiettivi da realizzare, tutto questo non mi succedeva. È possibile che realizzare i nostri desideri sia d’ostacolo alla felicità? Credevo che la felicità durasse di più, soprattutto in assenza di problemi, ma vedo che non è così... Cosa mi sta succedendo?" 

Troppe sicurezze portano paura e depressione 

Lorenzo ha ragione a farsi venire dei dubbi: in effetti, realizzare i nostri progetti può diventare una trappola mortale, farci credere che il senso della nostra vita sia già compiuto e che “maturità” significhi soprattutto prudenza. Una volta raggiunto un traguardo ci mettiamo in pantofole, convinti che sia arrivato il momento di godere del raccolto e impegniamo tutti i nostri sforzi nel mantenere ciò che abbiamo conquistato. Basta follie, basta sprechi, basta trasgressioni: è ora di comportarci da adulti! La depressione è già in agguato.. 

Ce l’ho fatta! E così ti siedi...

Entriamo, così, in uno stato “conservativo”, temiamo di perdere le cose e le condizioni conquistate e raggiunte, ci attacchiamo sempre di più a quelle che abbiamo, collocandoci in uno stato di tensione e di paura che è l’esatto opposto della felicità. Lo dice bene James Hillman: "L’ossessione della sicurezza elimina ogni possibilità che gli dei si manifestino e agiscano nelle nostre vite". Coltivando sicurezze su tutto, crediamo di tenere al sicuro anche la vita, mentre in realtà prendiamo le distanze da lei: non c’è più spazio per il rischio e quindi per l’imprevisto, per il mistero. Così, la  e la vita appassisce e arriva la depressione. Non sappiamo più fluttuare nell’incertezza, goderci l’incognita. Se non abbiamo garanzie non ci muoviamo: "E se poi finisce? E se poi mi trovo male? E se poi mi pento?".

Puoi rinascere ogni giorno

Per essere felici dobbiamo allora concederci un po’ di “sana follia”. La nostra mente, se viene lasciata libera di esprimersi, produce creatività; ma se interferiamo con la direzione naturale del suo raggio d’azione e interrompendone la spontaneità, la costringiamo a bloccarsi. Il “durerà per sempre” poi, fra tutte le illusioni, è la più dannosa.
Lo usiamo come parametro massimo di valore dell’amore (il matrimonio), della professione (il posto fisso), delle cose (la proprietà), eppure è proprio questo tempo illimitato a pesarci addosso come un impegno troppo gravoso. Ecco che allora interviene il dolore, sotto forma di malinconia, tristezza e depressione, a rompere l’illusione dell’eternità e a riportarci di fronte alla realtà. A volte è un abbandono, una perdita e ci obbliga a lasciarci alle spalle quello che è finito e a rinascere dalle nostre ceneri. Altre volte, come nel caso di Lorenzo, una profonda insoddisfazione.

Ti sforzi di controllare tutto? Prova ogni tanto a smarrirti 

Un buon esercizio da fare ogni giorno è iniziare a sostituire l’impegno di “tenere insieme” e conservare le cose conquistate, impegno in cui ci prodighiamo e ci affanniamo tutti i giorni, con la volontà di spezzarle: spezzare certe abitudini, spezzare certe credenze, spezzare un’identità che è diventata troppo statica, spezzare l’opinione che gli altri hanno su di noi o quella che abbiamo di noi stessi. Si può partire dalle piccole cose. Osservati mentre sei intento nelle tue solite occupazioni e chiediti: mi sto impegnando strenuamente a tenere tutto immobile nella mia vita per non turbare i miei piani, o sto provando a osservare quello che la vita mi porta? Solo spezzando la dura terra l’aratro crea lo spazio per i nuovi semi. Solo deviando dai binari già tracciati la vitalità può riaffacciarsi. (Da Riza)

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