martedì 27 dicembre 2016

Poliziotti e Hitler, sapere è meglio

Come per un tacito accordo, i giornali italiani hanno tenuto un silenzio discreto sulle opinioni dei due poliziotti che hanno affrontato come dovevano l’assassino Amri.
Opinioni espresse su Facebook e largamente circolate prima che il capo della polizia ne oscurasse i siti. Solo qualche giornale di destra le ha riprese, o addirittura rivendicate. Sul suo FB Cristian Movio, il poliziotto ferito, ripubblicava immagini e commenti derisori sui cosiddetti extracomunitari e scherzucci confidenziali su Hitler.
Sul profilo Facebook di Luca Scatà, l’agente in prova che ha ucciso Amri, c’è l’adesione esplicita al fascismo di Mussolini e di Junio Valerio Borghese e il ripudio del 25 aprile come una festa dei traditori.
La mia prima reazione è stata di rallegrarmi del comune riserbo osservato (finora almeno) su questa incresciosa appendice dell’episodio di Sesto San Giovanni. Poi ci ho ripensato. Sapere le cose, rifletterci e discuterne è meglio.
Uno si chiede che effetto può fare a un cittadino tedesco scoprire che il poliziotto che ha contribuito a liberarlo dall’incubo di un terrorista feroce scherza benevolmente su Hitler.
Non ho alcuna voglia di eccitare o di partecipare a una guerretta civile fra italiani sul dilemma: il poliziotto in prova ha saputo reagire perché è fascista o ha saputo reagire nonostante che sia fascista?
Confermo di essere grato ai due poliziotti. Mi auguro e auguro a loro che un evento inaspettato e così clamoroso gli offra, giovani come sono, l’occasione per ripensare alle cose che credono, o che credono di credere.

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