Come per un tacito accordo, i giornali italiani hanno tenuto un silenzio discreto sulle opinioni dei due poliziotti che hanno affrontato come dovevano l’assassino Amri.
Sul profilo Facebook di Luca Scatà, l’agente in prova che ha ucciso Amri, c’è l’adesione esplicita al fascismo di Mussolini e di Junio Valerio Borghese e il ripudio del 25 aprile come una festa dei traditori.
La mia prima reazione è stata di rallegrarmi del comune riserbo osservato (finora almeno) su questa incresciosa appendice dell’episodio di Sesto San Giovanni. Poi ci ho ripensato. Sapere le cose, rifletterci e discuterne è meglio.
Uno si chiede che effetto può fare a un cittadino tedesco scoprire che il poliziotto che ha contribuito a liberarlo dall’incubo di un terrorista feroce scherza benevolmente su Hitler.
Non ho alcuna voglia di eccitare o di partecipare a una guerretta civile fra italiani sul dilemma: il poliziotto in prova ha saputo reagire perché è fascista o ha saputo reagire nonostante che sia fascista?
Confermo di essere grato ai due poliziotti. Mi auguro e auguro a loro che un evento inaspettato e così clamoroso gli offra, giovani come sono, l’occasione per ripensare alle cose che credono, o che credono di credere.
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