lunedì 16 gennaio 2017

Blue Monday

La notizia serpeggia da alcune ore sul web: oggi 16 gennaio sarebbe, statisticamente, il giorno più deprimente dell'anno. La fine delle tanto attese vacanze invernali, il rientro al lavoro, la prospettiva di non andare in ferie ancora a lungo, il fallimento dei propositi per l'anno nuovo e il fatto che
sia, comunque, un lunedì d'inverno farebbero della giornata di oggi la tristezza per antonomasia: è il Blue Monday, cercate di sopravvivervi.
Ma davvero ci sono ragioni matematiche per definire il terzo lunedì di gennaio, la peggiore data in calendario? E, seriamente, chi può dire di essere rientrato al lavoro soltanto oggi? Come spesso accade, c'è anche in questo caso puzza di "bufala".

L'ORIGINE. Il concetto di Blue Monday nacque il 24 gennaio 2005. Quel giorno un comunicato stampa divulgò al mondo una presunta formula matematica che, prendendo in considerazione fattori come meteo, tasse e bollette da pagare, buone intenzioni già fallite, ore di luce disponibili e distanza dalle prossime vacanze, etichettava il terzo lunedì del mese come un giorno triste e nefasto, sotto più punti di vista.

IL DIETRO LE QUINTE. In realtà la formula era un tentativo non dichiarato - e scientificamente poco limpido - di aiutare un'agenzia di pubbliche relazioni pagata da una compagnia di viaggi (la Sky Travel), a capire quale fosse il giorno dell'anno in cui è più probabile che si prenoti una vacanza.

Arnall, all'epoca tutor part-time in una scuola serale, aveva arrotondato i suoi guadagni ideando una formula fumosa volta a incrementare le vendite di viaggi negli angoli più assolati e felici della Terra. Negli anni seguenti, fu anche pagato da un'azienda di gelati, la Wall's Ice Cream, per trovare il giorno più felice dell'anno.

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