La durissima rappresaglia sferrata dal presidente Usa Barack Obama in risposta alle presunte interferenze russe nelle elezioni presidenziali statunitensi complica enormemente i progetti politici di Donald Trump, che succederà ad Obama quale inquilino della Casa Bianca tra soli venti giorni.
Ma cosa c’è dietro la decisione di Obama? Secondo Eric Lorber, consigliere del Center on Sanctions and Illicit Finance at the Foundation for Defense of Democracies, l’offensiva di Obama “ingabbierà l’amministrazione Trump, se non legalmente, almeno sul piano politico. Sarà difficile per la prossima amministrazione affermare che tutti i rapporti erano falsi, che l’Fbi ha avuto torto e così la Cia”, spiega l’esperto. Un parere sostanzialmente analogo è espresso sul “Wall Street Journal” dall’opinionista Peter Nicholas: Trump, scrive l’opinionista, “erediterà relazioni diplomatiche indelebilmente alterate dalla mossa di Obama”.
In teoria, il presidente eletto potrebbe revocare le sanzioni così come il suo predecessore le ha imposte; la verità, però, è che molti repubblicani al congresso appoggiano l’offensiva di Obama, e semmai lo accusano di aver agito contro la Russia troppo tardi e in maniera troppo poco incisiva.
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