domenica 1 gennaio 2017

Cosa c’è dietro la mossa di Obama?

La durissima rappresaglia sferrata dal presidente Usa Barack Obama in risposta alle presunte interferenze russe nelle elezioni presidenziali statunitensi complica enormemente i progetti politici di Donald Trump, che succederà ad Obama quale inquilino della Casa Bianca tra soli venti giorni.
Trump, che da mesi annuncia di voler ristabilire un rapporto di dialogo e cooperazione con la Russia, ha commentato con toni insolitamente cauti l’offensiva sferrata dal presidente Usa uscente contro Mosca, che rischia di far precipitare i rapporti bilaterali tra i due paesi. “E’ tempo per il nostro paese di dedicarsi a cose migliori e più grandi”, ha scritto il presidente eletto su Twitter, annunciando però che nei prossimi giorni si consulterà con l’intelligence Usa per ottener un quadro dettagliato della situazione: un annuncio che suona come la presa d’atto delle responsabilità di Mosca, di cui si era sempre detto scettico.
Ma cosa c’è dietro la decisione di Obama? Secondo Eric Lorber, consigliere del Center on Sanctions and Illicit Finance at the Foundation for Defense of Democracies, l’offensiva di Obama “ingabbierà l’amministrazione Trump, se non legalmente, almeno sul piano politico. Sarà difficile per la prossima amministrazione affermare che tutti i rapporti erano falsi, che l’Fbi ha avuto torto e così la Cia”, spiega l’esperto. Un parere sostanzialmente analogo è espresso sul “Wall Street Journal” dall’opinionista Peter Nicholas: Trump, scrive l’opinionista, “erediterà relazioni diplomatiche indelebilmente alterate dalla mossa di Obama”.
In teoria, il presidente eletto potrebbe revocare le sanzioni così come il suo predecessore le ha imposte; la verità, però, è che molti repubblicani al congresso appoggiano l’offensiva di Obama, e semmai lo accusano di aver agito contro la Russia troppo tardi e in maniera troppo poco incisiva.

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