I “cerchi delle fate” che si osservano in Namibia e, seppur più piccoli, anche in Australia, sono un fenomeno naturale che da decenni appassiona gli esperti. Sono aree a forma di cerchio prive di vegetazione ma circondate da un anello di erba del
genere Stipagrostis. Possono avere dimensioni molto diverse, dai 3 ai 20 metri di diametro, e generalmente sopravvivono per qualche decina di anni. Alcuni sono sopravvissuti anche per 70 anni.
DUE IPOTESI. Nel corso del tempo sono state proposte numerose spiegazioni sulla loro formazione, anche se, in realtà, nessuna è riuscita a dare una risposta esaustiva alla domanda.
Negli ultimi anni erano due le ipotesi più accreditate: la prima voleva che tali cerchi fossero l'opera di termiti che sistematicamente sgranocchiavano le radici dell'erba là dove ci sono i loro nidi. L'ipotesi era sostenuta dal fatto che per l'80% dei casi i cerchi delle fate della Namibia avevano sotto di essi un gran numero di termiti. A contraddire questa ipotesi però, vi era il fatto che al di sotto dei cerchi australiani non vi sono termiti.
La seconda ipotesi sosteneva invece che la formazione dei cerchi fosse da imputare nelle erbe autoctone, che avrebbero raggiunto livelli sorprendentemente sofisticati di auto-organizzazione in uno degli ambienti più inospitali della Terra.
L’ULTIMA RISPOSTA... SALOMONICA. Ora sembrerebbe che un gruppo di ricercatori sia riuscito a trovare la soluzione: la causa sarebbe da cercare in entrambi i fenomeni.
Stando a Korina Tarnita e al gruppo di ricercatori che ha pubblicato il lavoro su Nature, le termiti della Namibia si nutrono effettivamente delle radici delle piante che stanno sopra il loro nido e questo distrugge la vegetazione superficiale. Dove le colonie di termiti sono costrette a vivere le une accanto le altre, le aree di erba intatta simboleggiano i confini che si danno le opposte fazioni. «Se una colonia di termiti ne incontra un'altra più piccola generalmente la prima prende il sopravvento sulla seconda ed espande in proprio territorio», spiega Tarnita. «Ma se due colonie della medesima dimensione vengono a contatto tra loro preferiscono definire un confine».
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