Dall'Europa alla Nato, passando per i leader europei: nessuno si è salvato dal fiume di provocatorie affermazioni che Donald Trump ha lasciato esondare domenica sulle pagine del giornale britannico Sunday Times e di quello tedesco Bild. E che hanno suscitato, soprattutto in Europa, reazioni improntate da una parte alla cautela ma anche alla fermezza. A cominciare da quella della cancelliera tedesca Angela Merkel.
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l presidente eletto americano, infatti, ancora una volta non ha usato mezzi termini durante i propri discorsi pubblici: ha accusato la Merkel di colossali errori nelle politiche sui migranti e l'Europa di asservimento alla Germania, ha elogiato la Brexit e dichiarato "obsoleta" la Nato, ha dichiarato che iniziare una guerra in Iraq è stato come "tirare sassi contro un alveare".
Per non parlare del corteggiamento alla Russia (niente sanzioni in cambio di uno stop al nucleare) e della "minaccia" di continuare a usare Twitter dal proprio account personale per rispondere agli attacchi dei media contro la sua persona, comportamento già contestato da molti, in ultimo il capo della Cia Brennan.
Le reazioni internazionali ai dardi infuocati di Trump non hanno tardato ad arrivare. Dura, anche se diplomatica nei toni, quella di Merkel, che durante la conferenza stampa a Berlino con il premier della Nuova Zelanda Bill English ha affermato: "Penso che noi europei abbiamo nelle mani il nostro destino. Mi impegnerò perché i 27 Stati collaborino intensamente, soprattutto guardando al futuro". "La mia posizione sulle questioni transatlantiche - ha proseguito la cancelliera tedesca - è nota. Quando sarà entrato in carica naturalmente collaboreremo con il governo americano" e "vedremo che tipo di accordi riusciremo a realizzare".
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