giovedì 5 gennaio 2017

UNA APP PER IMPARARE LE LINGUE

Facebook, al giorno d’oggi, conta più di un miliardo e mezzo di utenti, pressapoco un quarto della popolazione mondiale. Se pensate che solo 3,3 miliardi di persone nel mondo (su un totale di 7,2) sono connesse a internet, il numero è ancora più straordinario: ebbene
sì, Facebook ha conquistato la metà della popolazione mondiale connessa alla rete.
Se questi numeri non vi sembrano ancora esorbitanti, passiamo ad un altro gigante di internet, Google: sul solo motore di ricerca americano vengono effettuate ogni giorno circa 4 miliardi di ricerche!
È inutile negarlo: viviamo in un’era di iper-connettività, in cui ogni 2 giorni produciamo la stessa mole di informazioni ottenuta dall’inizio della civiltà fino al 2003! Tali informazioni vengono a loro volta catalogate e indicizzate da piattaforme online che mediano il nostro modo di interagire e plasmano il nostro accesso a questa miniera di conoscenza umana.
Il successo di questi giganti del web è basato sulla loro capacità di individuare (o creare) e soddisfare i desideri basilari delle persone. Uber ti assicura un mezzo di trasporto dall’altra parte dell’Atlantico, Airbnb ti trova un appartamento a Bombay o Buenos Aires, foodora ti porta il pranzo a casa a Berlino o Milano.
Che cosa succede, però, quando un’azienda online non si focalizza su un bisogno bensì su un’aspirazione? È possibile unire migliaia di persone accomunate dalle stesse ambizioni?
Nel 2007, gli esperti linguistici di Babbel hanno deciso di rendere facile e accessibile l’apprendimento di una lingua straniera. In nove anni, i quattro fondatori si sono moltiplicati e ora il team conta circa 400 persone tra linguisti, insegnanti, poliglotti e scrittori, tutti appassionati dell’apprendimento delle lingue straniere. Ogni giorno lavorano per offrire corsi in 14 lingue straniere in 7 lingue, il che corrisponde a un totale di 98 corsi creati su misura per i bisogni di ciascun individuo.
Come sta andando?
I numeri parlano da soli: più di un milione di persone ha scelto Babbel e il numero continua a crescere. Ma come mai la app di Babbel è così popolare?
Abbiamo scelto le 5 ragioni principali:

1. Le persone

Babbel è composta da persone unite da un comune obiettivo: creare il migliore strumento per imparare le lingue. Vi sembra un progetto troppo ambizioso? Beh, la manifestazione dichiarata della propria ambizione possiede una grandissima forza attrattiva, fatto essenziale per un’azienda che richiede specialisti in 98 combinazioni linguistiche, sia che si tratti di trovare un insegnante italiano in grado di costruire un corso in indonesiano, sia che si tratti di trovare un designer che deve localizzare le grafiche per incontrare i gusti e la cultura di sette diversi paesi. Questa necessità ha creato un team multilingue unico e diversificato, sempre pronto a portare innovazione nel mondo dell’apprendimento linguistico.

2. Il prodotto E il servizio

Le app dedicate all’apprendimento linguistico hanno il vantaggio principale di essere sempre a portata di mano… e di smartphone. Inoltre, non bisogna dimenticare che un prodotto che funziona sul web, può essere continuamente migliorato e aggiornato: non è statico e può adattarsi meglio ai bisogni dell’utente. Certo, la grammatica tedesca è difficile da imparare e tutte quelle parole francesi suonano diversamente da come sono scritte… ma il bello sta proprio qui: Babbel riesce a rendere semplici le cose complicate.

3. Gli studenti

Tutti gli utenti hanno una loro storia e ragione precisa per imparare una lingua. Babbel ha raccolto alcune storie davvero belle, come ad esempio quella del centenario Gianni che usa Skype per comunicare con la figlia che vive a New York e che sta imparando l’inglese per parlare con la baby sitter della sua bisnipotina, oppure la storia di Cecilia, poliglotta italiana che vive all’estero da tanti anni e che sta imparando il tedesco con l’obiettivo di trasferirsi prossimamente a Berlino.
Anche gli impiegati di Babbel sono sempre alla ricerca di nuove lingue da imparare e partecipano continuamente a sfide che li mettono alla prova chiedendo loro di imparare una lingua in un periodo determinato di tempo, come ad esempio il francese in una settimana lavorativa e il turco in sette giorni.

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