lunedì 27 febbraio 2017

UNA STORIA D'AMORE

 “Tutto ha avuto inizio sette anni fa…Eravamo entrambi sposati, con figli e tanta insoddisfazione. Io uscivo da una forte depressione, lui da un crac aziendale; io con
un marito assente, lui con una moglie non troppo equilibrata. Abbiamo iniziato a sentirci e vederci senza secondi fini, senza alcuna aspettativa: ci facevamo bene e più il tempo passava, più entrambi trovavamo la voglia di rimetterci in piedi. Ho iniziato a sentirmi di nuovo felice e con il tempo ci siamo accorti di amarci, ma non ci siamo mai fatti promesse: questo amore viveva nel segreto solo tra noi due e si consumava la sera nel buio lontano da tutto e tutti. 
Dopo circa quattro anni, lui ha deciso di andarsene di casa, dicendo che il suo posto non era più accanto a quella donna e che con me aveva ritrovato l'equilibrio. Non mi stava chiedendo nulla: era lì ad aspettarmi con i miei tempi e le mie modalità. Io ho continuato a stare con mio marito e ad avere un amante, poi con il tempo ho iniziato a sentirmi sempre più in colpa nei confronti dell’uomo che avevo sposato: ho temuto di renderlo ridicolo, così ho chiesto la separazione e sono andata a vivere con lui..."

Non tutti gli amori sopravvivono "alla luce"

Apparentemente quello che è successo a Greta è la cosa migliore che potesse accaderle. Senza questa conoscenza, questa scossa di adrenalina, probabilmente sarebbe ancora imprigionata in un matrimonio ormai finito a vivere una vita che non la soddisfa più, mentre ora è riuscita a uscire dalla relazione, ricontattando qualcosa che ormai aveva perso.
 Tutto sembra andare per il meglio ma la lettera di Greta continua prendendo una piega diversa: “Subito ci sono state tante difficoltà, litigate e incomprensioni e in particolare è stato complicato vivere alla luce quell’amore che era nato e cresciuto al buio. In particolare c’era un tarlo che viveva da sempre con me: e se lui avesse ripetuto gli errori di prima? Se avesse combinato nuovamente disastri al lavoro? 
Più volte l’ho aiutato nelle sue difficoltà, ma non è bastato: il casino l’ha ricombinato, perché lui è fatto così e per quanto equilibrio io possa dargli, non lo cambierò mai. Sono delusa perché ho sperato che non accadesse, sono stata dura e l’ho cacciato dalla mia vita. Sto cercando di non pensare, di aspettare che le cose facciano il loro corso, ma è davvero la cosa giusta?"


La normalità a tutti i costi spegne la felicità

Troppo spesso nella vita ci lasciamo guidare dalle aspettative e dal pensiero razionale e alla fine ci ritroviamo frustrati e scontenti senza magari renderci nemmeno conto del motivo. Greta ci racconta di sentirsi insoddisfatta da questa situazione, delusa per aver creduto nella storia con quest’uomo.
Quello che non Greta non ha compreso è che quest’avventura extraconiugale le serviva per evolvere come individuo, per farla sentire ancora viva e per farle riprendere in mano la sua vita. Non aveva altri scopi, in realtà. Purtroppo il desiderio di normalizzare le cose, puntualmente le rovina: standardizzare le situazioni trasmette tranquillità, ma spesso è proprio questo passo a farle crollare. 
Nel caso di Greta, all’inizio il rapporto con quest’uomo era spensierato, carico di adrenalina e tutto andava a gonfie vele finché non hanno deciso di cambiare la natura del loro legame: il voler trasformare quella relazione in una situazione normale l’ha fatta precipitare. Inizialmente non c’era nessun progetto tra di loro, solo la voglia di ritrovare la serenità persa nei rispettivi matrimoni, ed era questo il punto di forza. Molte volte bisogna saper accettare le situazioni per quello che sono, senza forzarle o saremo noi i primi a pagare le conseguenze, spesso molto amare.

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