domenica 19 marzo 2017

Bolivia, puntare sulla coca

La notizia è di pochi giorni fa: il presidente della Bolivia Evo Morales ha firmato una controversa legge, che quasi raddoppia l'area di territorio, ove sarà consentita la coltivazione legale della coca. Se prima gli ettari interessati da questa coltura,
raggiungevano quota 12mila, la nuova normativa li innalza a 22mila. La notizia in certa misura stupisce: il capo dello stato è sì (anche adesso) un sindacalista dei cocalero (i coltivatori di coca), tuttavia vari settori sociali consideravano quest'idea come un incentivo al mercato delle droghe illecite.
Morales - il primo presidente discendente di índio (aimara) del Paese - è andato però diritto per la sua strada; e ha rivendicato il principio secondo cui la foglia di coca è suscettibile - nella cultura andina - dei più svariati usi.
Del resto gli indigeni (e non solo) usano la pianta per la preparazione di un infuso, che è un vero toccasana per alleviare i disagi provocati dall'altitudine: il mal dell'altezza (sul livello del mare), che i boliviani chiamano «soroche». E poi la foglia ha proprietà analgesiche, e a chi la mastica, offre un lieve effetto estimulante, mentre si mitigano i morsi della fame, della sete, e del dolore. Insomma il Governo de La Paz prosegue nella sua campagna per legalizzare a livello mondiale l'impiego tradizionale della foglia di coca, e per esortare le Nazioni unite a una dichiarazione in tal senso. «Vogliamo garantire», ha dichiarato il presidente promulgando la legge, «la fornitura di coca per tutta la vita», a beneficio di chi la usa legalmente.Parole che hanno provocato la reazione dell'opposizione, secondo cui si tratterebbe di una legislazione incostituzionale (poiché contraria ai trattati internazionali), che rappresenta un beneficio per i narcotrafficanti. E' evidente che l'Esecutivo punta soprattutto a incrementare l'export per i prodotti a base di foglia di coca, che sono già venduti legalmente in Ecuador. E adesso forniamo qualche numero per meglio capire il curioso binomio tra la Bolivia e la coca. Seppur, come anticipato, la precedente legislazione autorizzasse 12mila ettari, le Nazioni unite (dato del 2014) stimavano che il territorio effettivamente «coltivato con piante di coca» raggiungesse i 20.400 ettari: corrispondenti al 15% dell'area totale del mondo intero.

Nessun commento:

Posta un commento