venerdì 3 marzo 2017

Il collasso genetico degli ultimi mammut

Sempre più soli e incapaci di comunicare, privi del senso dell'olfatto e con un pelo ormai inadatto a proteggerli dal freddo: gli ultimi mammut lanosi che calcarono la superficie terrestre vissero le drammatiche conseguenze di un collasso
genetico causato da una popolazione numericamente troppo piccola per garantire un'efficace selezione naturale. Lo afferma un nuovo studio pubblicato su PLOS Genetics, che mostra un raro spaccato dello stato del DNA di una specie condannata ad estinguersi.

HIGHLANDER. Alla fine dell'ultima era glaciale, 11.700 anni fa, i mammut lanosi passarono dalla Siberia al Nord America, dove furono portati all'estinzione dalla caccia e da fattori ambientali. Un'ultima sparuta popolazione di 300 esemplari sopravvisse sull'isola di Wrangel, al largo della costa siberiana, fino a circa 4.000 anni fa, assottigliandosi sempre di più e senza la possibilità di mischiare i propri geni.

GIORNI CONTATI. I ricercatori dell'università della California (Berkeley) hanno comparato il genoma completo di un mammut continentale (Mammuthus primigenius) vissuto 45.000 anni fa, con quello di un esemplare dell'isola di Wrangel Island di 4.300 anni fa. 
Il DNA del secondo mostra un gran numero di mutazioni sfavorevoli che dovevano influire sul comportamento di questi animali, condannati a un senso dell'olfatto sempre meno sensibile, con proteine dell'urina ormai incapaci di inviare segnali sociali ai loro simili e con un manto traslucido e setoso troppo sottile per proteggere dal freddo.

LA STORIA SI RIPETE. Secondo gli scienziati fu proprio il numero esiguo di mammut a far sì che le mutazioni sfavorevoli si accumulassero senza essere spazzate via come di norma avviene. Lo studio potrebbe avere importanti applicazioni nel campo della biologia conservativa, e nella tutela, per esempio, delle sempre più sparute popolazioni di ghepardi e gorilla di montagna.

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