venerdì 10 marzo 2017

L’intelligenza artificiale contro il terrorismo

Il 19 settembre 2016, alle 20:30 ora di New York, a Manhattan una bomba artigianale collocata in un cassonetto dei rifiuti esplode provocando 29 feriti. New York piomba di nuovo nel panico e per qualche ora rivive l’incubo dell’11 settembre.

L'autore del gesto, identificato poi grazie alle registrazioni di alcune videocamere di sorveglianza, aveva acquistato su eBay tutto l'occorrente per l'attentato: nei giorni precedenti l'attacco aveva pubblicato sui suoi profili social numerosi video inneggianti alla jihad. Non aveva insomma fatto nessun particolare sforzo per nascondere le sue intenzioni, almeno online, eppure nessun servizio di intelligence è stato in grado di unire i puntini e fermarlo prima che riuscisse nel proprio intento.

Nessuno è cioè riuscito ad analizzare i suoi comportamenti sulla rete, metterli in correlazione uno con l’altro e ricavarne informazioni utili a sventare l’attentato.

SIAMO CIÒ CHE CLICCHIAMO. Lo scenario non è da fantascienza: tutto ciò che facciamo online, ogni sito che visitiamo, ogni prodotto che acquistiamo, ogni like che lasciamo, si trasformano in una traccia elettronica che viene registrata, conservata e studiata per finalità commerciali dagli operatori della rete.

In questo modo chi si occupa di veicolare la pubblicità online è in grado di sapere che cosa ci piace, dove abitiamo, qual è la nostra fascia di età, se pratichiamo sport e via dicendo, e mostrarci così il banner perfetto o la promozione alla quale non potremo dire di no.

Mettiamo da parte l'aspetto etico della privacy: perché tutta questa tecnologia non viene utilizzata per analizzare i comportamenti criminali e, possibilmente, fermarli?


MINORITY REPORT. L’analisi predittiva, una scienza relativamente nuova, mette in relazione i dati provenienti da diverse fonti - social media, telecamere di sorveglianza, transazioni con carte di credito, pagamenti online, GPS, sistemi di lettura delle targhe eccetera - e li trasforma in informazioni utili per la tutela della sicurezza.

A prima vista si tratta di un’attività semplice, ma la diversità dei dati che devono essere trattati (fotografie, filmati, coordinate GPS, fatture, status di Facebook) e la quantità di informazioni disponibili la rende in realtà molto complessa.

Per questo motivo l’analisi predittiva è oggi affidata in gran parte ai sistemi di intelligenza artificiale, che grazie a una enorme capacità di elaborazione riescono a monitorare in tempi utili grandissime quantità di dati. Facciamo un esempio.

BRICIOLE DIGITALI. Nei giorni precedenti l’attentato di Manhattan, l'autore aveva acquistato online alcuni detonatori, una notevole quantità di sfere di metallo, circuiti elettrici e fertilizzanti chimici: tutte componenti note per essere spesso utilizzate nel confezionamento di ordigni artigianali.

A ciò va aggiunto che qualche anno fa, dopo che il padre ne aveva denunciato alla polizia le tendenze radicali, era stato segnalato dall’FBI e dai servizi di frontiera americani per i suoi frequenti viaggi in Pakistan.

Se tutti questi dati (la storia recente e pregressa, gli acquisti e i comportamenti online) fossero stati messi in relazione, forse sarebbe stato possibile prevenire il gesto.

Purtroppo però le tecnologie predittive sono ancora in fase embrionale, e un’analisi così complessa, pur essendo già oggi tecnicamente fattibile su sistemi ridotti, non è ancora utilizzabile su scala globale.

1 commento:

  1. Pomba em new York ,mete medo à todos depois do que aconteceu em 2001 new York todo mundo traumatizado!

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