Alzi la mano chi in questi giorni non ha provato un brivido davanti al trailer di IT, la nuova versione cinematografica dell'omonimo romanzo horror di Stephen King, che ha per protagonista un'entità
demoniaca mutaforme che si presenta preferibilmente nelle sembianze di Pennywise il Pagliaccio, un clown. Perché un clown?
Benché siano maschere usate anche per farci sorridere, in effetti i clown incutono in molti una certa inquietudine: la coulrofobia, così è chiamato il timore irrazionale dei pagliacci, ha radici psicologiche precise, che hanno a che fare con il modo in cui il cervello percepisce volti ed espressioni.
IL PRIMO PROBLEMA. I clown sono persone. Con parrucca, naso rosso e trucco marcato, ma pur sempre persone. Sistemate un paio di occhi sporgenti su un calzino o una patata, e li troverete buffi. Metteteli su di un simulacro dalle sembianze umane, come un robot, per esempio, e l'insieme vi metterà a disagio.
Gli esperti lo chiamano effetto dell'uncanny valley ("valle perturbante"): il realismo estremo di quella figura, in cui comunque riscontriamo qualcosa che non va, finisce per creare emozioni negative. Per lo stesso motivo, possiamo provare disagio davanti alle bambole.
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