I due uomini forti, fortissimi, del pianeta improvvisamente l’uno contro l’altro. Sembravano speculari, Donald Trump e Vladimir Putin. Ma ecco che l’attacco americano alla Siria di Assad fa precipitare i rapporti al livello della guerra fredda.
Putin è furibondo. l’America non ha
avvertito nessuno, non ha sentito il Consiglio di sicurezza dell’Onu, ha agito unilateralmente sulla base di prove fasulle: lo stesso schema della guerra americana contro l’Iraq. Questo pensa il Cremlino.
Il ministro degli Esteri russo Lavrov chiede l’immediato convocazione del Consiglio di sicurez1.
Putin considera i raid statunitensi in Siria “un’aggressione contro uno Stato sovrano in violazione delle norme di diritto internazionale, su pretesti inventati”, ha riferito il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov. “Quest’azione di Washington – ha aggiunto Peskov – arreca un danno considerevole alle relazioni russo-americane, che erano già compromesse. Ma soprattutto, non ci avvicina all’obiettivo finale della lotta contro il terrorismo internazionale, ma al contrario pone dei seri ostacoli per la costituzione di una coalizione internazionale per la lotta contro il terrorismo”.
Trump avrà messo nel conto la reazione russa alla sua iniziativa militare. Ma non è detto che abbia calcolato bene l’impatto che l’ostilità di Mosca può avere su tutto lo scacchiere. Un fatto è certo: si stanno ridisegnando le alleanze mondiali.
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