venerdì 25 agosto 2017

Bufale e complotti: perché in tanti ci credono

Capita regolarmente nelle conversazioni virtuali e reali, di imbattersi in teorie della cospirazione sostenute da perfetti insospettabili: come mai, in un mondo in cui
scienza e informazioni sono a portata di clic, bufale e complottismi godono di così grande fortuna?

Il tema sempre più attuale e politicamente di peso è affrontato in un articolo su The Conversation che elenca sia i motivi della diffusione delle fake news, sia i consigli per dialogare in modo produttivo con ci crede.

Lo vedete anche voi, un uomo incappucciato che cammina su Marte? Ringraziate la nostra tendenza a trovare strutture ordinate e forme familiari in immagini disordinate (pareidolia). Per saperne di più | NASA
ORIGINI ANTICHE. Le ragioni della fortuna di teorie marcatamente irrazionali risiedono, in parte, nella nostra evoluzione, che ci ha reso capaci di distinguere pattern ricorrenti e regolarità anche dove non ci sono.

Se questa abilità in passato ci ha salvato la vita, rendendoci in grado di distinguere le macchie di predatori tra i cespugli, oggi ci porta a cercare correlazioni inesistenti tra le migliaia di informazioni frammentate che quotidianamente ci bombardano, a ricondurle a episodi passati senza relazione alcuna e a percepire imbrogli e raggiri anche dove non ci sono.

SOTTO PRESSIONE. Anche l'abitudine, tipicamente umana, di ricercare continuamente l'approvazione sociale e paragonare il proprio vissuto a quello altrui, non aiuta: da un punto di vista evolutivo, è spesso più conveniente risultare socialmente interessanti e desiderabili che dire cose corrette. Se un gran numero di amici e contatti la pensa in un modo, sarà più facile seguire il flusso piùttosto che essere la voce fuori dal coro. Del resto l'uomo ha sempre avuto bisogno di alleanze per sopravvivere.

SE LO FA LUI, UN MOTIVO CI SARÀ. A dimostrare scientificamente l'effetto della pressione sociale sui comportamenti umani fu, nel 1961, lo psicologo statunitense Stanley Milgram, con un esperimento facilmente replicabile: provate a sostare per 60 secondi a fissare il cielo, in un angolo di una via affollata. Il 4% dei passanti si fermerà a scrutare tra le nuvole, imitandovi. Ma se a fissare il cielo vi mettete in 15, a imitarvi sarà il 40% della folla. Con le idee funziona in maniera simile: se in molti ci credono, il loro potere persuasivo tenderà ad aumentare.

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