martedì 10 ottobre 2017

Vuoi guarire? Volta pagina!

Spesso siamo succubi di un’idea profondamente sbagliata: crediamo che le sofferenze passate siano destinate a durare per sempre. Molti danno la colpa a un trauma, presunto o reale, per giustificare tutto ciò che non va nella loro vita. Racconta Fabrizio in una mail: “Ho
provato a mettermi in proprio, ma è andata male. Covo sempre troppa rabbia e faccio fallire tutto. Colpa della mia infanzia: mio padre se n’è andato quando ero piccolo e nessuno badava a noi”. Marta, invece, che è in cura per i suoi continui attacchi di panico, spiega: “Sono insicura a causa della mia educazione rigida: dovevo essere sempre perfetta; e invece non mi sono laureata, ho fatto il lavoro sbagliato, ho sempre trovato uomini sbagliati... Sono un disastro

Allarga lo sguardo

L’esperienza clinica insegna che, anche quando la sofferenza dura da molto tempo, le guarigioni scattano per cambiamenti di sguardo che avvengono in un istante. Il cervello è capace di produrre “cicatrici”, quindi di guarire i traumi. Ma non opera con i pensieri: anzi, se rimuginiamo sui problemi che ci hanno ferito, li rendiamo cronici. Il mondo interno ha un modo più semplice di condurci fuori dal “tunnel” della sofferenza: non ama le analisi che vivisezionano il processo, predilige uno sguardo più allargato, privo di commenti, che si avvale di un linguaggio nascosto e simbolico. Come spiegava Carl Gustav Jung, l’anima non risolve i problemi: li supera semplicemente, ma per ognuno questo processo è diverso.

Basta poco per riaccendere la vita

Marta ha detto addio al panico quando l’immagine di un’altra Marta, più “matta” e libera, ha iniziato a visitarla: assecondandola e dandole corda, tutto è cambiato, niente più sensi di colpa e modelli di perfezione da seguire. Grazie a un’iniezione di spontaneità il panico è sparito. Invece Fabrizio ha smesso di recriminare su un padre fallimentare e di riprodurre i suoi errori, quando ha ritrovato alcune vecchie lettere del genitore: che stupore riconoscersi negli stessi pensieri e negli stessi atteggiamenti, nonostante Fabrizio fosse sicuro di oriarlo! Una tenerezza infinita l’ha travolto e qualcosa si è sbloccato dentro di lui. Ha così smesso di essere una lamentela vivente, di voler dimostrare a tutti qualcosa e di farsi guidare dalla rabbia.

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