martedì 7 novembre 2017

Marie Curie: vita e vittorie di un genio ossessivo

«Sono di quelli che pensano che la scienza abbia in sé una grande bellezza. Uno scienziato nel suo laboratorio non è soltanto un tecnico: è anche un fanciullo posto in faccia ai fenomeni naturali, che lo impressionano come in una fiaba»
È difficile conciliare la versione che la Storia ci ha tramandato di Marie Curie - austera e perfezionista, china sul tavolo del laboratorio in un logoro abito nero - con l'immagine di un bambino con gli occhi sgranati dalla meraviglia. Eppure queste e molte altre anime convissero nella prima scienziata Premio Nobel per la fisica nel 1903 e per la chimica nel 1911 (tra le sole due persone ad averne ricevuti due in discipline diverse), costretta a sfidare pregiudizi di ogni genere, mentre combatteva una personale battaglia contro la depressione.

Fragilità e genialità furono aspetti finemente intrecciati nella vita della chimica e fisica polacca nata oggi 150 anni fa, la cui esistenza, riletta al di là del mito, appare sorprendentemente moderna.

I PRIMI ANNI. Marya Salomee Sklodowska detta Manya nasce a Varsavia il 7 novembre 1867, ultima di 5 fratelli, da due insegnanti: Wladyslaw e Bronislava. La Polonia è controllata dalla Russia: soldati russi pattugliano le scuole e, per le ragazze, l'istruzione superiore è praticamente un miraggio. Ma la bambina ha la stoffa per imparare, e dal padre Wladyslaw apprende la passione per la ricerca, per la fisica e la chimica.

Intanto la madre si ammala e, nel 1874 muore di tifo, seguita a ruota da Zosia, sorella maggiore di Marie. Il doppio lutto segna profondamente la piccola, cresciuta secondo l'educazione cattolica, che si ripromette di abbandonare per sempre ogni forma credo, mentre scivola in una cupa tristezza.

"Manya" a 16 anni. | CREATIVE COMMONS
FINALMENTE PARIGI. Il conforto arriva dai libri. Marie completa le scuole superiori e stringe un patto con la sorella Bronya, tre anni più vecchia: lavorerà come governante per mantenere Bronya agli studi di medicina a Parigi, e dopo la laurea, la sorella farà altrettanto per lei. Lo scambio funziona e a 24 anni, senza conoscere una parola di francese, Marie approda alla Sorbona.

La sua nuova casa è una soffitta del Quartiere Latino, al sesto piano e senza riscaldamento. Sopravvive con pochissimo: un po' di pane, frutta, tè e cioccolata, una pila di vestiti sotto i quali dormire per non congelare. È malnutrita e sviene per gli stenti, ma è ossessionata dagli studi, e nel giro di tre anni si laurea in fisica e matematica alla Sorbona. Il piano è diplomarsi come insegnante e tornare a Varsavia.

PIERRE. Per sbarcare il lunario, Marie ottiene una borsa di studio all'Università su come tracciare le proprietà magnetiche dei vari acciai. L'attrezzatura è ingombrante e richiede spazio, così qualcuno fa il nome di Pierre Curie, un fisico esperto nelle leggi del magnetismo. Di posto in laboratorio Pierre non ne ha, ma quell'incontro cambierà per sempre le vite di entrambi.
Pierre Curie, 8 anni più vecchio di Marie, scienziato di fama internazionale, è un outsider nel mondo accademico, interessato alla ricerca più che a titoli e prestigio. Si guadagna da vivere come capo di laboratorio della Scuola di Fisica e Chimica industriale di Parigi e ha già all'attivo con il fratello Jacques una scoperta importante: quella del

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