martedì 19 dicembre 2017

Chi fu davvero Vittorio Emanuele III?

A volte ritornano. È il caso dell'ultimo, vero, re d'Italia, Vittorio Emanuele III, la cui salma è tornata in questi giorni nel nostro Paese. La sua figura è sempre stata molto controversa.  In 46 anni di regno - dal 1900 al
1946 - ha partecipato a due guerre mondiali. E ha assistito all'introduzione del suffragio universale (prima maschile, poi femminile), all'ascesa del fascismo, alla promulgazione delle leggi razziali e alla fine della monarchia.

Avrebbe potuto, in alcuni casi, cambiare il corso della storia del nostro Paese (non sempre esemplare)? Secondo molti storici si. Sull'ultimo effettivo re di Italia, pesano infatti, ancora oggi, molte ombre.

Re Alberto I del Belgio e Vittorio Emanuele III: Il re era alto solo un metro e 53 centimetri. C'è chi sostiene che la bassa statura ne abbia indebolito anche il carattere, rendendolo poco risoluto.
RE-SOLDATO. Vittorio Emanuele III divenne re poco più che trentenne, nel 1900 quando fu ucciso suo padre, Umberto I.

La prima grande responsabilità che si prese, nel 1915, fu quella di appoggiare l'intervento dell'Italia nella Prima guerra mondiale. Al termine del conflitto, portò a casa una vittoria sofferta e rosicata. Ma soprattutto un nomignolo: "re-soldato". Nomignolo che mal si addiceva alla sua altezza (1 metro e 53).

«Effettivamente, come frutto, Vittorio Emanuele non era da vetrina»- racconta Indro Montanelli nella sua Storia d'Italia. «Era cresciuto, ma solo di testa e di tronco. Di arti era rimasto sottosviluppato, e sulle gambe rachitiche si reggeva a stento».

IL PAESE A MUSSOLINI. Il soprannome re soldato però gli rimase come un marchio, anche negli anni successivi. E per certi aspetti gli tornerà utile quando il nostro Paese assistette all'ascesa del fascismo.

La seconda grande responsabilità che il re si prese allora, fu infatti quella di aprire a Benito Mussolini la porte delle istituzioni. Nei giorni caldi della marcia su Roma avrebbe potuto fermarlo, invece gli consegnò il Paese, dandogli l'incarico di costituire un governo. Perché lo fece? Secondo gli storici per timore che l'esercito si ribellasse. O più probabilmente perché pensava che il fascismo potesse rappresentare un argine alle tensioni sociali che allora scuotevano il l'Italia.

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