lunedì 19 febbraio 2018

Agorafobia: cause, sintomi e cura della fobia sociale

Domenico scrive  Riza  per raccontarci la sua esperienza. “Per qualche tempo, durante un periodo di forte stress personale, non riuscivo più a uscire di casa serenamente.  Mi mancava l’aria, stando in mezzo alla gente mi sembrava di
impazzire, una cosa davvero assurda, che spesso mi ha fatto rifugiare nella mia abitazione per giorni. Per un certo tempo ho assunto ansiolitici, ma poi ho pensato che se era una cosa che avevo creato io, dovevo essere io a superarla. Piano piano sono migliorato, ora vado al lavoro tranquillamente, qualche volta esco con gli amici. Però ogni tanto ho ancora paura quando sono in mezzo alla folla e temo di prendere l'aereo perché potrebbe arrivare un attacco d’ansia in volo”.

Agorafobia: quali cause?

Agorafobia è una parola che deriva dal greco e letteralmente significa “paura della piazza”: si configura, a livello generale, come la fobia specifica di trovarsi negli spazi aperti, in particolare, in mezzo ad una folla che si accalca. Come tutte le fobie, anche l'agorafobia si forma sulla base di un retroterra istintuale, sopravvissuto a millenni di evoluzione. Non si tratta quindi di un disagio assurdo o inspiegabile, ma della forma esasperata di un timore naturale, proveniente da un passato ormai lontano ma ancora ben scritto nel nostro corredo genetico.
Quando, per le più diverse circostanze, stiamo attraversando un momento difficile, il nostro antico sistema di difesa può avviarsi in modo autonomo, obbligandoci a mettere una certa distanza fra noi e il mondo, percepito come fonte di pericoli. Si tratta di un principio di conservazione che obbliga a essere guardinghi e diffidenti nei confronti dell'ambiente, perché da questo possono venire attacchi ostili. Naturalmente questi pericoli oggi non sussistono, ma l'uomo antico che ancora vive in noi non lo sa...

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