Victor Buso è il nome del fortunato astrofilo che ha per primo catturato le immagini di una supernova nella galassia NGC 613. In una serie di scatti di prova
della sua nuova fotocamera montata su un telescopio da 40 cm, ha fotografato la galassia prima e dopo che la stella cominciasse a esplodere. Le immagini sono state studiate da astronomi professionisti e nel loro studio c'è anche il nome di Buso.
SERENDIPITÀ. «È come vincere alla lotteria cosmica», commenta Alex Filippenko, che ha coordinato i colleghi dell'Università di Berkeley nello studio.
L'eccezionalità della vicenda sta nella sua casualità: le supernove non sono prevedibili. Buso aveva puntato quella galassia lontana 78 milioni di anni-luce, nella costellazione dello Scultore, solo perché in quel momento si trovava alta nel cielo, e quindi ben visibile.
NASCITA E MORTE. Secondo gli autori dello studio, la stella in questione aveva originariamente 20 volte la massa del Sole. Ma prima dell'esplosione, molta della materia che la componeva è stata espulsa riducendola ad appena 5 masse solari. Ciò che l'astrofilo ha fotografato è il cosiddetto shock breakout, ovvero il momento in cui la stella (sino a quel momento "silente") emette il più forte impulso di luce - il suo "lamento". Con la liberazione di questa enorme energia, nasce la supernova.
CARPE DIEM. Molte delle informazioni nello studio di questa supernova, classificata Sn 2016gkg, sono state dedotte proprio delle immagini di Buso. Come spiega Filippenko, «le osservazioni delle stelle nei primi momenti in cui iniziano a esplodere forniscono informazioni che non possono essere ottenute in nessun altro modo».
Nessun commento:
Posta un commento