sabato 3 marzo 2018

Antico carbonio liberato dal permafrost artico

In migliaia di anni il Circolo polare artico si è trasformato, suo malgrado, in un'enorme riserva di carbonio: generazioni di piante hanno catturato CO2 dall'atmosfera e sono poi morte senza decomporsi del tutto, a causa delle rigide
temperature del suolo che le intrappola. Le loro radici e altre parti vegetali si sono conservate nel permafrost(suolo perennemente ghiacciato), stratificandosi con gli anni e formando una sorta di "capsula del tempo" in cui gli strati più antichi di carbonio si trovano, in genere, alle profondità maggiori.

Ma la fusione del permafrost, imputabile ai cambiamenti climatici, fa sì che sempre più spesso porzioni di questa vegetazione del passato affiorino in superficie e vengano a quel punto demolite dall'attività microbica, rilasciando in atmosfera quell'antica CO2 - che va a gravare sul bilancio delle emissioni dannose.

A VOLTE RITORNANO. Ora un nuovo studio condotto nel Canada settentrionale porta nuove prove della presenza di antico carbonio liberato e rimesso in circolo nei fiumi e nei laghi della regione artica. Sfruttando la datazione al radiocarbonio, i ricercatori della Vrije University di Amsterdam hanno trovato una prevalenza di carbonio e anidride carbonica di epoca preindustriale - del 1750 circa - nelle acque dei fiumi e dei laghi dei Territori di Nord-Ovest, in Canada. La ricerca ha anche evidenziato un caso di carbonio in gas metano più antico di 2.000 anni.

Gli scienziati conoscono i tempi precisi che una variante del carbonio presente in atmosfera, il carbonio-14, impiega per decadere in un'altra variante. Dal rapporto tra i vari isotopi di carbonio nei campioni analizzati si riesce quindi a dedurre "l'età" degli antichi elementi.

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