Molti pensano che avere autostima consista nel sentirsi forti: immaginano che sia una specie di autoconvinzione circa i propri mezzi che alimenta la fiducia in se stessi, come quando si dice: “quello lì è convinto di aver sempre ragione, è impossibile discuterci!”. Apparentemente, c'è poco da fare: questa convinzione alcuni ce
l’hanno, altri no. Chi non ce l’ha si sente debole, inferiore, si fa sfruttare dagli altri senza riuscire a ribellarsi, trova partner sbagliati che lo trattano male, si fa mettere i piedi in testa, è troppo timoroso e timido. Attenzione, quest'idea dell'autostima è del tutto sbagliata! In realtà non c’è forza senza debolezza: più vuoi essere “solo” forte, controllarti, somigliare a un ideale di durezza che ti sei messo in testa, più la fragilità tornerà a trovarti quando meno te l’aspetti, facendoti sentire ancor più senza autostima!Non serve autoconvincersi e nemmeno allenarsi
La stessa idea sbagliata porta a credere che per far crescere l’autostima bisogna allenarsi, cioè autoconvincersi sempre di più. “Puoi farcela, devi essere più forte, non devi pensare a cose negative, devi migliorare, devi crederci di più!». Devi, devi, devi: in questo senso, autoconvincersi significa solo dare ordini a se stessi. “Con gli altri fai scena muta e ti chiudi in un angolo? Fatti forza, petto in fuori, sorriso, prendi in mano la tua vita! Dai, su, devi essere il più bravo, tira fuori la tue “risorse”, sei il migliore!”. È un po’ come ammaestrare un animale: con i cani si dice che servano sia il bastone che la carota, un ordine e un croccantino… Ma come puoi pensare di aumentare l’autostima se persino tu, anzi tu per primo, tratti te stesso come un cagnolino? I cani obbediscono, sono addomesticati. Come puoi pensare che dandoti ordini e addomesticandoti, smetterai di sentirti debole? Sei tu che ti giudichi “sbagliato”, non gli altri!
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