I batteri pericolosi che popolano gli scarichi fognari e i liquami di allevamento e agricoltura possono "scroccare" un passaggio sulle innumerevoli microplastiche che ormai abitano i nostri mari, e portarsi così da un capo all'altro della Terra.
Scarichi che finiscono in mare: ecco dove i patogeni entrano a contatto con le loro "zattere". Vedi anche: la mappa mondiale dell'antibiotico-resistenza, realizzata analizzando i liquami delle fognature | SHUTTERSTOCK
PASSEGGERI INVISIBILI. I ricercatori hanno appurato che il 45% delle microplastiche di forma e dimensioni pari a quelle di una lenticchia - i mattoni di base in cui finiscono degradati i prodotti di plastica che gettiamo - raccolti sulle spiagge dell'East Lothian, in Scozia, era contaminata con Escherichia coli, un batterio che in alcuni ceppi può dare origine a infezioni e causare crampi addominali, nausea e diarrea e che è un indicatore di contaminazione fognaria delle acque (perché risiede nell'intestino umano).
INDUBBI VANTAGGI. Il 90% di queste "perline" di plastica, spesso raccolte dai bambini, ospitava invece i batteri del genere Vibrio, all'origine di gastroenteriti. La plastica su cui viaggiano offre ai patogeni protezione da condizioni che di norma li ucciderebbero, come i raggi UV. Inoltre, farsi trasportare da un supporto che impiega secoli a degradarsi garantisce la possibilità di spostarsi su lunghe distanze: l'E. coli resiste da due a quattro settimane nell'acqua, i vibrioni qualche mese.
PIRATI DEI MARI. Anche se i ricercatori hanno testato la presenza di due batteri soltanto, lo stesso fenomeno potrebbe verificarsi anche con altri patogeni. Le microplastiche potrebbero veicolare il batterio del colera da feci e alimenti contaminati di Paesi in cui è più diffuso, come l'India, a dove lo è meno, o accogliere virus come il rotavirus o il norovirus, responsabili di infezioni gastrointestinali.
La ricerca pubblicata sul Marine Pollution Bulletin mostra come due questioni di estrema attualità come l'inquinamento da plastica e la diffusione di batteri sempre più resistenti agli antibiotici possano risultare intimamente intrecciate.
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