Astenersi dal mangiarle faceva parte del percorso di purificazione perseguito da Pitagora (filosofo greco vissuto alla fine del VI secolo a.C.) e dai suoi discepoli.
La fava ha infatti uno stelo privo di nodi, e questo la faceva ritenere in contatto con il mondo sotterraneo dell’Ade: le anime sarebbero risalite sulla Terra dall'aldilà proprio attraverso la fioritura della fave. Non a caso, le fave erano utilizzate nei rituali del culto dei morti. Ai pitagorici era persino proibito toccarle, e sembra che lo stesso Pitagora, inseguito dai sicari del tiranno Cilone, abbia preferito farsi uccidere piuttosto che attraversare un campo di fave.
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