venerdì 22 novembre 2019

Lo psichiatra nello smartphone

Il rapporto tra smartphone e salute si fa sempre più stretto: il telefonino, che già oggi è in grado di tenere sotto controllo diversi aspetti della nostra fisiologia,
da quanto dormiamo al battito cardiaco, dalla regolarità del ciclo mestruale alle prestazioni sportive, presto potrebbe (pre)occuparsi anche del nostro benessere psicologico. Un gruppo di ricercatori della Colorado University di Boulder ha studiato una app che, grazie all'intelligenza artificiale, pare in grado di valutare lo stato di salute mentale di una persona.

DIMMI COME PARLI... L'app, sviluppata da un team multidisciplinare (scienze informatiche, scienze cognitive e medicina), utilizza il microfono dello smartphone per registrare frasi e discorsi da analizzare poi mediante un software specializzato nel riconoscimento vocale. L'obiettivo non è quello di sostituire con la tecnologia il rapporto tra paziente e medico, bensì quello di offrire ai professionisti della salute uno strumento in più per essere vicini alle persone in cura.

L'app è un neutro emulatore del rapporto con psichiatri e psicologi, basato essenzialmente sull'ascolto del paziente per raccogliere informazioni utili e indizi di comportamento, e prendere le decisioni necessarie. Il linguaggio, ossia ciò che una persona dice e come lo dice, sono infatti per lo specialista elementi importanti per valutare lo stato di salute mentale: per esempio, frasi sconnesse, o che non seguono un flusso logico, cambi repentini del tono di voce o nella velocità del discorso, sono tutti possibili indicatori dell'insorgere o delle recrudescenza di manifestazioni patologiche.

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