giovedì 16 aprile 2020

MELISSA è il miglior calmante naturale

La melissa, il cui nome deriva probabilmente dal greco “meli” che significa miele, ha numerose virtù: placa gli stati d’ansia, soprattutto quelli che si manifestano a livello gastrointestinale, svolge un’azione anti-nausea, è digestiva e antispasmodica. Ricca di flavonoidi, acido rosmarinico e oli essenziali, la melissa  attenua anche dolori di origine nervosa, mal di testa, sindrome premestruale e insonnia.

Scegli l’infuso di melissa se l’ansia attanaglia lo stomaco

Se la tensione colpisce soprattutto stomaco, intestino e ti provoca fastidiose emicranie, scegli l’infuso di questa pianta dai piccoli fiori colorati. Porta a ebollizione una tazza di acqua (circa 200 ml) e lascia in infusione un cucchiaino di fiori secchi di melissa. Filtra e dopo 7 minuti puoi bere la tua dolce bevanda.

Contro i brutti pensieri, bagno caldo con olio essenziale di melissa

Se l’ansia che provi rende affannoso il respiro, il cuore palpita e avverti leggeri dolori diffusi, ti senti spossata e giù di tono, il consiglio è potenziare l’effetto calmante e distensivo che ti regala la melissa. Oltre a sorseggiare l’infuso, preparati un bagno caldo arricchito con 5-10 gocce di olio essenziale di melissa. 10 minuti in immersione sono sufficienti per sentirti completamente rigenerata.

In compresse o in estratto la melissa combatte l’insonnia

Se stai attraversando un periodo in cui fai fatica ad addormentarti serenamente, affidati alle capsule di melissa: la dose consigliata è 2-3 compresse prima di andare a dormire. In alternativa puoi provare l’estratto fluido: 20 gocce diluite in poca acqua, da assumere sempre prima di andare a dormire. Attenzione, però, la dose esatta dipende dal tipo di prodotto: per questo, per evitare un sovradosaggio e sgradevoli effetti collaterali, meglio chiedere consiglio al medico o al farmacista.
Il consiglio in più – La melissa può interagire con passiflora, iperico, barbiturici e farmaci contro l’ipotiroidismo. Deve essere evitata in gravidanza, in casi di disturbi alla tiroide e al nervo ottico.

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