venerdì 14 agosto 2020

GLI SCARABEI STERCORARI

Gli scarabei stercorari sono animali coprofagi: realizzano sfere di escrementi, in particolare di mammiferi erbivori, per trasportarle in un nascondiglio sicuro. Alcuni scarabei masticano le parti solide degli escrementi, mentre altri ne risucchiano i liquidi. In alcune specie, invece, questo comportamento avviene soltanto nel periodo riproduttivo, perché le sfere di sterco fungono da luogo di deposizione delle uova. In questo modo le larve avranno il cibo per svilupparsi. | SHUTTERSTOCK
  
Ci sono sporchi lavori (almeno dal punto di vista di noi Homo sapiens) che però qualcuno deve pur fare: un esempio è il "trattamento" dei rifiuti organici lasciati dagli erbivori sui pascoli. Un servizio fondamentale, svolto dagli scarabei stercorari. Sono insetti dalle caratteristiche sorprendenti

Come è noto, gli scarabei stercorari si cibano e fanno il nido nella cacca di grandi mammiferi e sono capaci di trasportarne ingenti quantità (per loro): fino a 250 volte il loro peso in una notte. Per farlo hanno bisogno di una forza sconvolgente: acune specie sono in grado di produrre per pochi istanti una spinta pari a 1.000 volte il loro peso corporeo. Come se un uomo riuscisse a spingere 60.000 kg, più o meno l'equivalente di dieci elefanti africani in piedi l'uno sull'altro. Uno sforzo titanico, necessario per portare il loro pasto in un posto sicuro. 

PUBBLICA UTILITÀ. Il loro curioso comportamento, tuttavia, è molto importante: «Sono utili spazzini: senza scarabei stercorari, ci ritroveremmo su giallastri pascoli improduttivi, con una compagnia indesiderata», spiega Claudia Tocco, ricercatrice della University of the Witwatersrand, a Johannesburg, in Sudafrica. «Se non ci fossero gli insetti coprofagi, infatti, una mandria di mucche in un pascolo produrrebbe un accumulo di rifiuti organici che finirebbe per limitare anche fisicamente la crescita dell'erba. Mosche e parassiti prolifererebbero nelle masse di escrementi, per poi infastidire noi e gli altri animali».

PASCOLI INVASI. Esagerato? Non proprio, visto che qualcosa del genere è successo sui pascoli dell'Australia. Gli scarabei stercorari locali, adattati alle palline fibrose di canguri e altri animali autoctoni, non riuscivano a trattare le considerevoli produzioni dei bovini d'allevamento; tale accumulo di sterco portava alla moltiplicazione delle mosche (una sola cacca di mucca, in due settimane, poteva sostentare la nascita di 3.000 mosche della specie australiana Musca vetustissima) e al degrado dei pascoli. Così l'agenzia australiana Csiro (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation) dal 1967 iniziò a introdurre specie di scarabei stercorari da altre parti del mondo.

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