giovedì 13 agosto 2020

Podcast - Indiani, guerrieri leggendari

Guido Olimpio, giornalista del Corriere della Sera, racconta alla Voce di Focus Storia vicende e misteri della leggendaria epoca del far-west americano. Questo
episodio è dedicato a grandi guerrieri - come Cavallo Pazzo e Toro Seduto - e alle vittime della conquista del West, i nativi americani, passati alla storia come indiani - designazione che risale a Cristoforo Colombo e deriva dalla sua convinzione di aver raggiunto le coste dell'India.

L'ULTIMA RESISTENZA. "Vedo ancora le donne e i bambini trucidati, ammassati e disseminati lungo il burrone. Lì è morto il sogno di un popolo. Un sogno meraviglioso". Queste le parole che lo sciamano Alce Nero consegna a Dee Brown, autore del libro-cronaca Seppellite il mio cuore a Wounded Knee, per distillare anche a distanza di anni l'eccidio di Wounded Knee ad opera delle giacche blu, il 29 dicembre 1890, quando furono trucidati tra 150 e 300 Lakota Sioux che, sotto la guida di un malato Hoh-pong-ge-le-skah (Piede Grosso), si stavano consegnando alla cavalleria del Settimo Reggimento. Fu quello l'ultimo episodio di una lotta che per decenni aveva visto i "pellerossa" tentare di difendere i propri diritti e le proprie terre dall'avanzata dei "visi pallidi".

A opporre l'ultima vera resistenza furono infatti i Sioux, una confederazione di tradizione guerriera, distribuita tra la parte settentrionale delle Grandi Pianure e il corso superiore del Mississippi. Guidati da capi carismatici come Cavallo Pazzo, Piccolo Corvo, Piede Grosso e Toro Seduto, i Sioux diedero filo da torcere ai soldati dal 19 agosto 1854. A Fort Laramie (Wyoming), un gruppo di Lakota uccise quel giorno 30 giacche blu in quello che i giornali dell'epoca - abituati a denigrare i nativi - definirono "massacro di Grattan" (dal nome dell'ufficiale di cavalleria al comando), anche se i primi a sparare erano stati i militari a stelle e strisce.

Hoka Hey! era il grido di guerra di Cavallo Pazzo (1840-1877), un'incitazione che suona come è un buon giorno per morire! Al capo degli Oglala Sioux sono attribuite imprese memorabil e doti eccezionali, come quella che lo voleva invulnerabile ai proiettili. Nella realtà, fin da piccolo aveva partecipato a spedizioni militari e questo gli aveva dato esperienza e coraggio; da ragazzo era già uno dei guerrieri più celebri della tribù e da grande dimostrò doti di comandante. Era un condottiero nato, anche se non tagliò mai uno scalpo, non indossò ornamenti rituali da capo e non si lasciò ritrarre da nessuno.

Ma dopo i grandi capi leggendari come Cavallo Pazzo e Toro Seduto, protagonisti di un'epopea di resistenza prima della morte o della resa, tutti gli indiani d'America furono infine costretti a rinunciare ai loro territori, deportati altrove e rinchiusi in riserve piccole e povere di risorse.

Per saperne di più ascolta questo podcast di Focus Storia (a cura di Francesco De Leo, montaggio di Silvio Farina).
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