Tempo di bilanci per il Pd all’indomani di uno scrutinio alle regionalipiuttosto deludente. Ne parla il Corriere della Sera, che tira le somme di quanto accaduto alle urne nel weekend, raccogliendo i commenti dei protagonisti elettorali.
«Una vittoria senza avversari dove si è vinto. Una sconfitta brutta lì dove si è consumato lo strappo a sinistra». È ilmantra della minoranza del Pd di fronte alle prime sezioni scrutinate che disegnano un esito in bilico fra il 5 a 2 e il 4 a 3 per Renzi e il Pd. Con la ferita devastante della Liguria. E quella rischiata in Umbria e possibile in Campania. Senza avversari in Puglia invece dove il centrodestra è andato in frantumi, o nelle Marche o in Toscana.
LA MINORANZA PD - Intanto al Nazareno si ragiona per analizzare cause ed effetti dell’emorragia elettorale:
Si sono lasciati voti per strada, quindi. «Faremo l’analisi del voto con calma. Andando a vedere i dati dell’affluenza e confrontando il risultato del Pd non solo con le Europee ma anche con le regionali del 2010», dice il bersaniano Alfredo D’Attorre. Quando alla guida di Largo del Nazareno c’era Pier Luigi Bersani. «Ho fatto bene a farmi la foto con la Paita — scherza ora l’ex segretario parlando in via riservata con i suoi amici — . Altrimenti i renziani avrebbero dato la colpa a me per la Liguria. Li conosco, mascherine ». Più seriamente l’ex leader si sarebbe confidato con i fedelissimi: «Vediamo bene i numeri. Ma temo che un mondo abbastanza vasto di sinistra che sta smettendo di votare Pd».
Primo colpevole di tutto ciò sarebbe il premier Matteo Renzi, additato dalla minoranza per aver peccato di arroganza in più riprese.
«È stata sottovalutata la necessità di tenere unito il Pd», spiega un dirigente dei ribelli. Questo è un punto chiave. Che prefigura le mosse future. Ci vuole un maggior coordinamento tra le varie anime dem, un ascolto diverso da parte del segretario, un diverso approccio rispetto alle ragioni del sindacato e dei ribelli.
Costretto a meditare sulla ferita ligure e sul risultato di Luca Pastorino anche l’ex pd Pippo Civati
«Podemos alle Regionali ha preso l’8 per cento. Il suo vero successo è stato nelle città». Perciò punta gli occhi su Genova e provincia anche se il risultato dice che ciò che sta a sinistra indebolisce ma non sconfigge la forza di Renzi. «Il Pd non è più cosa mia da tre settimane. Il nostro progetto alternativo va avanti. E se Bersani si chiede dove vado io mi chiedo: e lui dove resta? Gli ho mandato un messaggino con questa domanda. Non mi ha ancora risposto».
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