giovedì 21 gennaio 2016

Roma 2024 una sfida da vincere

Matteo Renzi non solo ha deciso di accompagnare a Losanna la delegazione di Roma 2024 ma ha anche sostenuto personalmente, in moltissime occasioni e con grande entusiasmo, la candidatura di Roma per ospitare i Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024. La sua è stata una scelta significativa e non solamente simbolica
perché insieme al forte investimento di immagine sono stati effettuati ingenti stanziamenti economici che in ambito sportivo hanno pochi precedenti nella storia del nostro Paese.
Oltre ai 100 milioni per la riqualificazione e messa a norma degli impianti sportivi di periferia (di tutte le città italiane) che rappresentano il segno tangibile di un interesse per lo sport che va oltre la candidatura e che consentirà di migliorare la qualità della vita in molte aree a rischio permettendo a molti ragazzi di avvicinarsi allo sport, sono stati stanziati in legge di bilancio 1,5 milioni a sostegno della lotta all’esclusione sociale dello sport e grazie ai mutui a tasso zero concessi dal Credito Sportivo i Comuni hanno potuto realizzare ben 1500 interventi sul loro territorio.
E’evidente, dunque, come oltre ai fondi destinati al Comitato Olimpico derivanti dall’ assegnazione di una parte del Fondo per Interventi Strutturali di Politica Economica e che dunque non hanno costituito alcun taglio, si sia pensato a ricostruire un’idea di sport per tutto il Paese. E questa credo sia la chiave di lettura per comprendere il senso e la portata della nostra candidatura. Negli ultimi mesi, ancora prima che il sogno di concorrere all’organizzazione delle Olimpiadi 2024 diventasse realtà, tanti sono stati gli interventi per la diffusione e il miglioramento della qualità dello sport nel nostro Paese: uno su tutti l’inserimento, con la Buona scuola, dei laureati in scienze motorie nella scuola primaria. Un’idea che ha come modello le Olimpiadi di Londra 2012 dove la candidatura e poi i Giochi sono stati l’occasione per mettere in campo politiche sportive vere e di lungo termine che hanno portato all’ampliamento della pratica sportiva e alla diffusione di uno stile di vita attivo, un approccio che ha avvicinato i cittadini allo sport di ogni tipo e, in questo senso, è sufficiente guardare la folla di pubblico  che a Londra invade pacificamente palazzetti, campi da gioco e stadi. Un approccio che li ha portati ad inventare e ospitare quell’evento di grande successo che sono gli Invictus Games, i Giochi per i militari feriti.
In queste ore, complice l’imminente campagna elettorale, le Olimpiadi sono diventate  il bersaglio preferito di chi sostiene che il nostro Paese non sia in grado di dare vita a un sogno così grande. Eppure, sarebbe sufficiente ricordare a tutti gli scettici il grande successo di Expo 2015 e quanto questo evento abbia favorito lo sviluppo anche economico di Milano e dell’hinterland, recuperando aree e lasciando alla città nuovi spazi vivibili oppure le Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Torino 2006 che oltre a riscuotere grande consenso per la perfetta organizzazione hanno ancora ricadute positive chiaramente visibili nella città. Il capoluogo piemontese, infatti, non solo ha saputo organizzare al meglio gli eventi sportivi e gli investimenti in strutture sportive che sono stati fatti in occasione delle gare, ma ha ha avuto la capacità di conservare e sviluppare una mentalità ed un modo di vedere lo sport che la rende, a 10 anni di distanza, una grande protagonista. Nel 2015, infatti, Torino è stata capitale europea dello sport dimostrando di aver interiorizzato una passione collettiva tale da essere in grado di organizzare in un solo anno un gran numero di eventi su più di mille discipline diverse: dalle finali dei Campionai Italiani Assoluti di Atletica Leggera, alla Coppa del Mondo di Scherma, al Champions di Weehlchair Hockey e lo sviluppo di progetti per la città come le “Palestre a Cielo Aperto”. Quando Torino e Londra hanno presentato la loro candidatura, i cittadini, le istituzioni, nessuno avrebbe mai potuto immaginare il cambiamento straordinario che i Giochi avrebbero prodotto nel tempo dal punto di vista sociale, culturale e sportivo. Non dimentichiamo proprio adesso quella lezione. Le Olimpiadi sono un’occasione da sfruttare.

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