L’Isis ha lanciato il più violento attacco in due anni contro i quartieri occidentali di Deir Ezzor, la città nella Siria sud-orientale dove è rimasto isolato un grosso contingente dell’esercito regolare. La strage è avvenuta nell’area Al-Bghiliyyeh. Preceduti da un’ondata di kamikaze, i combattenti dello Stato islamico sono riusciti a penetrare nel
quartiere alla periferia nord-ovest della città, dopo aver ucciso almeno 35 soldati. Altre centinaia di soldati sarebbero feriti, decine i prigionieri.
Poi gli islamisti si sono scagliati contro la popolazione civile, accusata di essere complice dell’esercito. Il governo della Siria ha alzato a 300 il bilancio dei morti della giornata di attacchi da parte dell’Isis, mentre l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha confermato il rapimento nella stessa zona di 400 civili da parte dei jihadisti.
La battaglia di Deir Ezzor va avanti da due anni, e nei quartieri occidentali è presente una forte minoranza cristiana. La città non è caduta perché a sud-ovest si trova una importante base dell’esercito e dell’aviazione, che viene rifornita per via aerea.
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