venerdì 20 aprile 2018

Cosa fare in caso di attacco nucleare?

La speranza è che non si arrivi mai a un conflitto nucleare. Fin dagli anni della Guerra Fredda però agenzie governative, organizzazioni e studiosi hanno
emanato linee guida per tutelare la popolazione da questa eventualità. La prima cosa da fare, hanno detto, è mettersi al sicuro in rifugi adeguati.

I migliori sono ovviamente quelli antiatomici: costruzioni sotterranee che sfruttano l'azione schermante del terreno, edificate in cemento armato con pareti spesse dotate di materiali isolanti. E se un rifugio di questo genere non fosse a portata di mano?
Rifugio antiatomico a Vernayaz (Svizzera) utilizzabile dai civili in caso di guerra nucleare.| DAKE/WIKIMEDIA
NO PANIC. Uno studio ha dimostrato che nel caso in cui su una grande città fosse sganciata una bomba "a bassa resa" (tra 0,1 e 10 chilotoni: meno di Hiroshima che era circa 15 chilotoni) si potrebbero salvare fino a 100.000 persone. A patto che tutti seguano le linee guida.

La prima cosa da fare è difendersi dal cosiddetto fallout nucleare, la ricaduta radioattiva del materiale tossico: nell'esplosione raggiunge anche i 12 chilometri di quota, poi ricade sotto forma di cenere e pulviscolo.

La ricaduta dei materiali inizia entro pochi minuti dall'esplosione. I primi che cadono, detriti e polveri pesanti, sono i più pericolosi. Il resto del materiale più fine è invece trasportato dal vento e inizia a ricadere da una a due ore dopo (fallout secondario). Questa seconda ricaduta può estendersi per decine di chilometri per le successive ore convolgendo anche i villaggi vicini in base all'andamento dei venti.

Test nucleari nell'Atollo Bikini. | UNITED STATES DEPARTMENT OF DEFENSE
AL SICURO. In questo arco di tempo è fondamentale mettersi al sicuro. Le prime ore - le più pericolose - vanno trascorse in un nascondiglio, il più possibile schermato. L'ideale, se non c'è un rifugio antiatomico, sarebbe uno scantinato fatto con mattoni spessi o cemento e privo di finestre. Test svolti in passato hanno dimostrato infatti che locali con queste caratteristiche, nei sotterranei di un condominio costruito con mattoni, a cinque piani, riduce l'esposizione radioattiva a 1/200.

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