sabato 21 aprile 2018

Voglio un'altra vita: cosa devo fare?

Giri a vuoto? Finalmente!

Ribaltiamo la prospettiva: se con il tuo lavoro di tutti i giorni raggiungi il successo ma diventi unilaterale, allora è proprio il momento di
cominciare a girare a vuoto, di perdere tempo: altrimenti i tuoi talenti “si irritano”, si offuscano, la tua vera natura si offende. Girando a vuoto la tua coscienza finalmente si libera dai progetti di vita troppo ossessivi, dai pensieri unilaterali, dai modelli esistenziali che hai perseguito finora. Quando giri a vuoto i tuoi luoghi comuni, i pregiudizi, la tua visione della vita finiscono sullo sfondo e in quel momento ti senti perduto.
Non sai che spesso questo è il buio che precede l’alba? Hai bisogno di girare a vuoto perché la tua mente è troppo ordinata: e allora un amico nascosto ti vuole distrarre dalle illusioni in cui ti sei calato, vuole restituirti la tua essenzialità per riportarti a casa. Ecco ancora Lucio: "Voglio cambiare e non so da dove cominciare, sono disorientato. Ma so che non è questa la mia vita! Io sognavo una vita intensa, un'altra vita… Passo intere serate sul divano a pensare. E se mollassi tutto? Però la prospettiva mi terrorizza."

No al senso di colpa

La prima cosa è riconoscere ciò che sta avvenendo in se stessi. A volte un innamoramento nasconde una più ampia trasformazione dell’essere; in altri casi, come quello di Lucio, un forte rifiuto per il lavoro cela la necessità di essere più creativi; il continuo pensare di mollare tutto rivela il bisogno di un nuovo stile di vita. Queste emozioni sono il prodotto della nostra mente profonda, dell'anima. Per legittimarle, però, bisogna fare i conti con il senso di colpa, sempre in agguato quando si tratta di fare scelte dettate da necessità interiori, invisibili a occhi esterni.
Cambiare equivale, sia per la psiche profonda sia per chi ci sta intorno, a una sorta di tradimento: si tradiscono il passato, le aspettative e l’identità che abbiamo proposto fino a qui. Dobbiamo ricordarci che cambiare non è una colpa: anzi, la colpa è fingere di essere quel che non si è più. Perciò, invece che sulla nostra inesistente colpevolezza, orientiamo la mente su quel che ci chiede davvero questa spinta.

Fai silenzio dentro e fuori di te

Dunque, che fare? È necessario in primo luogo un po’ di silenzio. Non parliamone con tutti prima di esserci ascoltati dentro con calma, e nel frattempo prestiamo attenzione ai sogni, che possono sempre darci indicazioni preziose. Cerchiamo di capire se si tratta solo di una reazione momentanea e settoriale o di un effettivo bisogno di un'altra vita. Niente perfezionismi: quasi sempre all’inizio non è chiara la meta finale del processo.
Osserviamoci ogni tanto nella giornata, guardiamo il disorientamento nel momento in cui arriva senza commento, perché tutti i sintomi che arrivano sono energia che prende contatto con noi. C'è qualcosa di sconosciuto in noi che vuole vivere e che non può essere definito e compreso dentro il nostro piccolo io, anzi: occorre che l’io si faccia da parte perché la nostra natura si riveli.

No alle decisioni forzate

Ecco la parte più importante: calibrare il cambiamento, qualunque esso sia, sulle nostre vere esigenze. Che non sono - è fondamentale ricordarlo - solo quelle espresse dalla voglia di un'altra vita ma anche quelle relative al contesto affettivo e alle abitudini che fino ad oggi abbiamo tenuto, le quali parlano ancora di noi e che spesso vorremmo mantenere anche dopo il “passaggio epocale”. Qui è necessario restare lucidi e non farsi tenere sotto scacco sia dall’intransigenza della pulsione, che chiede "uno strappo” con tutto il passato, sia dai sentimentalismi che danno troppo valore ad alcune parti della nostra vita che non l’hanno più. Serve “saggezza”.

Solo la saggezza interiore sa regalare un'altra vita

Dove trovarla? Non nel bilancino dei pro e dei contro: non è con la ragione e con il calcolo, o con gli sforzi mentali, che nascerà la risposta alla domanda: che fare per avere un'altra vita? La saggezza non arriva aggiungendo pensieri, ma togliendoli. Le scelte migliori della nostra vita, le più sagge, sono sempre quelle che, a un certo punto, sono sbocciate da sole, senza che noi ci imponessimo di fare una cosa piuttosto che l’altra.
Quando è il momento, la cosa giusta da fare è facile da riconoscere e da mettere in pratica. Non devi cercarla con la razionalità, anzi devi prepararla sgombrando la mente dal dovere di scegliere subito qualcosa. Mettiti in attesa, lascia venire le emozioni, tienile con te giorno dopo giorno, osservale senza prendere decisioni. Al momento giusto decideranno loro.

Niente fantasie: attesa e concretezza

Quando ci sentiamo insoddisfatti è poi importante non perdere tempo a fantasticare un domani migliore. Pur nell'attesa di cui abbiamo parlato, possiamo metterci subito a cercare qualcosa di pratico da fare nell’immediato. Spesso i grandi sogni sono dei rifugi in cui nascondersi: ci sono persone che continuano a fare il giro del mondo nell’eterna ricerca di qualcosa. La nostra interiorità invece ha bisogno di cose concrete e facilmente realizzabili.
Va bene tutto quello che possiamo eseguire al momento, da una semplice passeggiata a un’attività manuale. Le attività concrete hanno un potere immenso sul corpo e sul cervello, ed è per questo che gli antichi facevano riti, pellegrinaggi, lunghi cammini che sono azioni terapeutiche mentre si svolgono, né prima né dopo. Anche queste azioni minime saranno da spunto per la nostra nuova vita.

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