martedì 8 maggio 2018

Le parole che usiamo quando siamo depressi

"Le parole sono importanti", afferma Nanni Moretti in un suo celebre film. In particolare, quelle che usiamo possono dire molto di noi. Per esempio, secondo uno studio pubblicato su Clinical
Psychological Science, possono persino rivelare se soffriamo di depressione.

Non è la prima volta che gli scienziati cercano di cogliere la correlazione tra disturbi dell'umore e linguaggio. Oggi, a differenza che in passato, c'è a disposizione una nuova grande risorsa: i "big data". Due ricercatori del Dipatimento di Psicologia dell'Università di Reading (Regno Unito), Mohammed Al-Mosaiwi e  Tom Johnstone, hanno infatti raccolto i testi scritti di oltre 6.400 persone, iscritte a 64 diversi forum online dove si discute di salute mentale, e hanno analizzato le parole attraverso strumenti di analisi del testo del computer.

LE PAROLE DELLA DEPRESSIONE. A quali conclusioni sono giunti? Alcune, per la verità, non troppo sorprendenti, come quella che sottolinea che le persone che soffrono di depressione usano spesso parole collegate a emozioni negative (come "solo", "triste", "miserabile" ecc). Altri risultati invece erano meno prevedibili: si è scoperto, per esempio, che i depressi preferiscono i pronomi personali alla prima persona singolare (cioè "io", "me") a differenza dei non depressi che impiegano sia i singolari sia i plurali, preferendo oltretutto la terza persona (dunque "lui", "loro").

«La parte relativa all'uso dei pronomi è molto interessante», scrive Al-Mosaiwi ,«e suggerisce come le persone con sintomi depressivi siano più focalizzate su se stesse e meno connesse con gli altri. I pronomi sono più affidabili nell’aiutarci a identificare la depressione rispetto alle parole che indicano emozioni negative».

Per avere ulteriori conferme, Al-Mosaiwi e Johnstone hanno analizzato anche i "forum di recupero", cioè quelli frequentati da persone in fase di guarigione. Qui hanno registrato un aumento notevole, pari circa al 70%, delle parole con un’accezione positiva. Tuttavia le "parole assolutiste" erano comunque molto usate anche in questo caso, anche se in modo leggermente inferiore rispetto ai forum dove si parla di ansia e depressione: segno che in molti casi i disturbi dell’umore non sarebbero del tutto scongiurati.

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