mercoledì 30 maggio 2018

Paradosso di Fermi: un'altra possibile soluzione

L'Universo conosciuto ospita almeno duemila miliardi di galassiesimili alla nostra. Soltanto nella Via Lattea, ci sono tra i 100 e i 400 miliardi di stelle,
ognuna delle quali potenzialmente al centro di un sistema planetario. E anche se sugli esopianeti sappiamo ancora poco, ne esistono trilioni di potenzialmente abitabili. Insomma se anche la vita sulla Terra fosse il risultato di circostanze molto fortunate - e probabilmente lo è - i numeri fanno pensare che il cosmo sia, di fatto, costellato di abitanti. D'accordo, ma dove sono tutti?
Sul dilemma appena esposto - il Paradosso di Fermi - si sono cimentate le menti dei più geniali scienziati dell'ultimo secolo, e le possibili soluzioni non mancano: c'è chi dice che gli alieni siano "in letargo", o sepolti sotto croste di ghiaccio; chi sostiene siano bloccati da ostacoli di varia natura, e chi pensa siano già esistiti, e non ci siamo incrociati.

SEMPLICE E CINICO. Ora un fisico russo, Alexander Berezin della National Research University of Electronic Technology (MIET), ha proposto una nuova ipotesi, pubblicata in bozza, ancora in attesa di revisione, sulla rivista arXiv. La possibile spiegazione, ribattezzata "First in, last out" (qualcosa come "il primo che entra è l'ultimo a uscire"), suggerisce che una volta che una civiltà arriva a sviluppare le capacità di viaggi interstellari, finisce inevitabilmente per cancellare tutte le altre, nei suoi tentativi di espansione.

La truce soluzione non implica necessariamente l'esistenza di civiltà aliene malintenzionate. Semplicemente, una popolazione talmente evoluta da varcare i confini della propria stella potrebbe non accorgersi dell'esistenza di altre forme di vita, perché poco interessata a cercarle, nella sua corsa alla conquista. «Non ci noterebbero, come una squadra di demolizione non si accorge di un formicaio mentre costruisce un condominio, perché nessuno li ha incentivati a proteggerlo» scrive l'autore.

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