martedì 1 maggio 2018

Perché la combustione del legno non è a emissioni zero

Scott Pruitt, direttore dell'EPA (l'Agenzia per la protezione dell'ambiente americana), ha annunciato lo scorso 23 aprile che le biomasse provenienti dalle foreste saranno considerate fonti a emissioni
zero: d'ora in avanti la combustione di legname e prodotti della manutenzione forestale sarà considerata una forma di energia rinnovabile.

Potrebbe sembrare una di quelle brusche e sconcertanti virate a cui l'amministrazione Trump ci ha abituati, in tema di politiche ambientali. Se non fosse che anche l'Unione Europea considera la legna da ardere una fonte di energia pulita: in Europa si produce da pellet il 65% dell'energia elettrica definita "da fonte rinnovabile".

BUFALE VERE PER LEGGE. Peccato che l'uso del legname per ricavare energia non faccia che aggravare il bilancio globale delle emissioni di CO2. L'idea che le biomasse fossero da considerare una valida alternativa ai combustibili fossili nelle foreste definite sostenibili era suffragata dalla convinzione che il carbonio emesso dalla combustione degli alberi fosse riassorbito da quelli piantati al loro posto.

Tuttavia è stato dimostrato che le giovani foreste non sono in grado di sequestrare la stessa quantità di andiride carbonica delle precedenti generazioni di alberi, specie se, per esigenze industriali, le piante vengono abbattute prima che siano completamente cresciute.

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