Da ormai diversi anni si sono accumulati dati clinici a sostegno dell’idea che la cannabis possa essere un rimedio utile nel trattamento di alcune forme di dolore cronico e della spasticità che deriva da malattie o traumi del sistema nervoso. C’è chi ritiene che il suo potenziale si estenda anche a diverse altre malattie, dal morbo di Parkinson all'epilessia fino ad alcuni tumori.
Dai dati raccolti, la cannabis sarebbe utile ad alleviare il dolore neuropatico refrattario ad altri farmaci, a migliorare la spasticità che deriva da malattie come la sclerosi multipla, a ridurre la nausea indotta dalla chemioterapia e a migliorare l’appetito dei malati oncologici e di Aids.
La canapa deve le sue proprietà ad alcuni composti che si legano a recettori presenti sulla superficie delle cellule dell’organismo, che a sua volta produce molecole, gli endocannabinoidi, coinvolte in diverse funzioni (appetito, metabolismo, memoria, riproduzione). sicuri. Si pensa di agire sul sistema endocannabinoide, magari anche utilizzando i composti attivi della cannabis come terapia di diverse altre malattie: glaucoma, artrite reumatoide, Parkinson, epilessia.
La cannabis terapeutica funziona. Per questo il governo ha deciso di farla coltivare in Italia. Dall’Esercito. Fra camici e divise, siamo entrati nella prima serra militare. Ve lo raccontiamo sul numero 272 di Focus, in edicola fino al 20 giugno. Focus lo trovi sempre sulla nostra App Focus Italia (iOS - Android - Amazon - Zinio (web)). E per non perderti nessun numero abbonati qui.
I RISCHI DELL'ABUSO. Quanto agli effetti collaterali, nell’uso medico sono irrilevanti. Diverso il caso dell’abuso di cannabis. Spiega Maurizio Bifulco, dell’Università di Salerno: «I possibili danni legati all’uso ricreazionale di cannabis sono notevoli nei ragazzi: problemi neurocognitivi, disturbi della memoria, dell’apprendimento e della plasticità neuronale. Per gli adulti invece non sembrano esserci rischi neurocognitivi a lungo termine».
CANNABIS TERAPEUTICA A CASA NOSTRA. In Italia l’uso terapeutico della cannabis è previsto dal 2007, ma nella pratica per i pazienti non è mai stato semplice procurarsi i medicinali, sia per la lunga trafila burocratica necessaria, sia per i costi: i farmaci a base di cannabis devono essere importati dall’estero ed erano, fino a poco tempo fa, interamente a carico del paziente.
Nel 2014 un decreto legge ha semplificato le cose, consentendo ai medici di base di prescriverli, e undici regioni (Toscana, Puglia, Veneto, Liguria, Marche, Friuli- Venezia Giulia, Abruzzo, Sicilia, Umbria, Basilicata, Emilia-Romagna) hanno introdotto leggi specifiche sui medicinali a base di cannabis, accollando i costi al servizio sanitario regionale per l’uso in alcune patologie.
È in questo contesto più favorevole che si è deciso di partire con una produzione made in Italy e “di Stato” della cannabis medicinale, affidandola all’officina farmaceutica militare di Firenze che abbiamo visitato.

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