Focus nell'ambito di Panorama d'Italia, ha visto esperti di cambiamenti climatici, riciclo e meteo intervenire sullo stato si salute del nostro pianeta.
DOVE STIAMO ANDANDO. È Elisa Palazzi, dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del CNR di Torino, a partire, con una GIF che sintetizza il progressivo innalzamento delle temperature degli ultimi 160 anni (
ne abbiamo scritto qui). Ci avviciniamo, spiega, alla soglia del +1,5 °C dalla temperatura globale pre-industriale; il clima della Terra è sempre stato soggetto a oscillazione, ma i cambiamenti climatici dovuti ad attività antropiche sono rapidissimi, e faremo sempre più fatica ad adattarci.
LA NOSTRA EREDITÀ. Alcuni effetti, come scioglimento dei ghiacci e innalzamento del livello dei mari, sono già evidenti; su altri, come gli eventi climatici estremi, dobbiamo essere più cauti, perché si tratta di fenomeni rari. In ogni caso, non possiamo aspettarci che le ricadute positive delle piccole azioni che compiamo per contenere i danni del global warming si vedano già da oggi: la Terra non segue i nostri rapidissimi tempi, e di questi effetti benefici godranno, si spera, i nostri figli e nipoti.
UNA SECONDA VITA ALLE COSE. Di lungimiranza ha parlato anche Luigi De Rocchi, responsabile Studi e Ricerche del Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo (COBAT), organismo che si occupa della trasformazione e del riciclo di prodotti tecnologici (persino alle basi dell'Everest, dove il Cobat ritira batterie e pannelli solari delle stazioni di ricerca del CNR).
De Rocchi ha citato il concetto di economia circolare, un nuovo modello di sviluppo in cui il destino di un bene prodotto stia a cuore già nella fase di progettazione: non si produce per il semplice consumo, ma si pensa alla vita di quel bene anche dopo che sarà stato usato.
DAL CLIMA AL METEO. Dopo aver guidato la sala in una simulazione climatica in realtà virtuale, Guido Guidi, tenente colonnello dell'Aeronautica Militare Italiana, ha risposto all'annosa domanda: funzionano le previsioni del tempo?
Sono sempre più attendibili e precise, e avevano previsto anche l'alluvione che colpì Perugia nel 2012. Ma negli eventi climatici estremi entrano in gioco anche orografia del territorio e gestione dell'emergenza, che le previsioni non possono coprire.
DOPO PARIGI. Ci sono più eventi climatici estremi di una volta? Non lo possiamo sapere, mancano i dati statistici per affermarlo; sicuramente, ci sono più danni economici da eventi climatici, perché l'economia è più sviluppata e abbiamo più beni vulnerabili. In conclusione, si è parlato delle prospettive degli accordi della COP21 di Parigi: saranno rispettati? L'importante è rimanere stringenti sui tempi delle revisioni dei risultati dei singoli stati, mantenendoli almeno ogni 5 anni.
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