Quando a fine 2015, a Parigi, nell'ambito della conferenza sul clima (la COP21: vedi su Focus.it), si sono ritrovati attorno allo stesso tavolo gli uomini più potenti della Terra e gli scienziati che studiano i cambiamenti climatici, in molti erano concordi
nell'affermare quanto sia importante contenere l'aumento della temperatura media del pianeta entro i 2 °C rispetto al periodo preindustriale (oggi siamo a circa +1 °C).
In quell'occasione, tuttavia, alcuni ricercatori sostennero che l'obiettivo dovrebbe essere più basso, fissato a 1,5 °C: una differenza di mezzo grado può sembrare poca cosa, ma una ricerca recente ha dimostrato che, su scala globale, questo piccolo scarto può avere un impatto importante su alcune aree del pianeta.
Spiega Carl-Friedrich Schleussner, del Climate Analytics: «Abbiamo trovato profonde differenze, per tutti i luoghi del pianeta che abbiamo analizzato, che vanno dagli eventi estremi alla reperibilità dell'acqua, dai raccolti al degrado delle barriere coralline». Ecco alcuni esempi.
MEDITERRANEO: in questa regione, un aumento della temperatura media della Terra di 1,5 °C rispetto al periodo preindustriale porterà a una riduzione della reperibilità dell'acqua del 10%. I nostri modelli mostrano che se l'aumento fosse di 2 °C la riduzione toccherebbe il 20%.
2015: l'anno più caldo di sempre, finora (vedi su Focus.it).
REGIONI TROPICALI: in queste aree una differenza di mezzo grado avrà pesanti ricadute sui raccolti, soprattutto in America centrale e in Africa occidentale. Nei nostri modelli, mezzo grado in più si traduce in undimezzamento dei raccolti. Per contro le ondate di calore, ossia il numero di giorni con temperature al limite della sopportazione.
BARRIERE CORALLINE: un aumento contenuto a 1,5 °C potrebbe dare modo alle barriere coralline di adattarsi al nuovo ambiente, e quindi sopravvivere. Se l'aumento fosse superiore l'ambiente cambierebbe troppo rapidamente per consentire l'adattamento.
A LIVELLO GLOBALE: con 1,5 °C il livello del mare aumenterà di "soli" 40 centimetri prima di fine secolo; un ulteriore mezzo grado porterebbe la crescita a 50 centimetri, con risultati drammatici per molte città costiere e catastrofici per le isole coralline abitate dall'uomo.
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